Continuamente esposti al contagio da Coronavirus perché sempre a contatto con le persone, seppure con le dovute protezioni, continua il pressing su Regione e Asrem per l’adozione di test sierologici a tappeto tra le forze dell’ordine. All’ennesima lettera inviata dalle segreterie regionali del sindacato di Polizia Coisp, del Sim Guardia di Finanza e del Sim Carabinieri al presidente della Regione, Donato Toma, senza ricevere risposta, ci ha pensato il direttore generale dell’Azienda sanitaria, Oreste Florenzano, raggiunto da noi telefonicamente e anche lui destinatario di una lettera nelle scorse settimane, a chiarire la situazione. “La richiesta delle forze dell’ordine è pienamente attenzionata – ha affermato. – Bisogna tenere bene in mente una cosa. I test sierologici attualmente in circolazione non sono ritenuti attendibili. Stiamo però provvedendo ad acquistare nuovi test e strumenti che hanno ottenuto valutazione positiva da parte dell’Istituto Superiore della Sanità. Sulla tempistica è difficile fare una stima, anche perché è in corso una vera e propria guerra commerciale, ma noi contiamo di averli a disposizione molto presto. Dopodiché possiamo prendere in considerazione anche la richiesta dei sindacati delle forze dell’ordine e allargare l’indagine epidemiologica in aggiunta a quanto viene fatto con l’applicazione dei tamponi, che ripeto al momento sono gli unici strumenti ritenuti attendibili. Visto il numero limitato di questi ultimi, abbiamo applicato il metodo della fragilità del paziente piuttosto che quello dell’esposizione. Ciò significa che, oltre ai soggetti con sintomi o entrati in contatto con persone contagiate, abbiamo dato priorità alle case di riposo e alle rsa, dove appunto sono concentrate persone anziane“.
Gli attuali test non possono fornire informazioni utili da prendere in considerazione per un successivo tampone in caso di esito positivo? “Si sono registrati casi in regioni limitrofe alla nostra, che hanno adottato i test sierologici in maniera massiccia, di test negativi su persone che in realtà sono poi risultate positive al tampone, dopo aver contagiato altri soggetti. I privati sono liberi di adottare gli attuali strumenti, noi come azienda pubblica non possiamo permetterci un simile rischio“. La richiesta di sposare il progetto sanitario di effettuare kit rapidi sierologici a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine che operano sul territorio regionale è finalizzata a garantire sicurezza sia a loro stessi che alla cittadinanza. L’ultima lettera, riportata in basso, costituisce nella sostanza un sollecito a prendere in considerazione l’appello dei sindacati delle forze dell’ordine che dall’inizio dell’emergenza, guardando anche alle altre regioni, chiedono di essere messi al pari, in termini di prevenzione, al personale sanitario, e oggi ancora di più visti l’aumento del numero di tamponi e test applicati e la graduale riapertura delle attività, oltre che l’allentamento delle restrizioni. Va precisato che oltre al dg Asrem abbiamo provato a contattare anche il presidente della Regione, oggi però impossibilitato per impegni istituzionali e disponibile a fornire il proprio contributo in termini di chiarimenti sulla faccenda.
“Ill.mo Presidente,
Le Segreterie Regionali del Coisp Polizia di Stato, del Sim Carabinieri e del Sim Guardia di Finanza,
le rappresentano che:
la pandemia da Sars-Cov-2, nonostante la fase di decremento registrata, continua a suscitare comprensibile allarme anche fra gli operatori di tutte le Forze di Polizia operanti sull’intero territorio nazionale, Molise compreso.
È di tutta evidenza che la particolare attività svolta da esse, unitamente alla Polizia Municipale, ai Vigili del Fuoco ed in primis al personale sanitario, rende queste categorie più esposte di altre al contagio da COVID19 tanto che se le loro funzioni venissero compromesse da un contagio diffuso, il Molise e tutto il nostro Paese sarebbe in grave pericolo.
Il Governo Nazionale ha emanato diverse circolari in merito alla pandemia dalle quali si rileva l’indicazione che venga eseguito, ad oggi, il test del tampone naso-faringeo solo per i soggetti che presentano una sintomatologia fortemente suggestiva per l’infezione da Sars-Cov-2 e quello di controllo, prima della riammissione in servizio, per coloro che hanno avuto diagnosi certa di COVID19.
Allo stato attuale, come noto, esistono due modalità di effettuazione dei test diagnostici COVID19, tramite tampone naso-faringeo e prelievo sierologico.
Le finalità a cui ci si approccia con i vari test sono differenti e sinteticamente così individuate:
– il tampone naso-faringeo che viene genericamente utilizzato durante la fase acuta per la diagnosi “certa” COVID19 e nuovamente ripetuto per accertarsi che il soggetto sia guarito;
– il test sierologico rapido che consente di rilevare, anche in soggetti asintomatici come il personale in servizio, se si è contratto il virus ed in che stadio si trova l’infezione, pertanto, questo tipo di test permetterebbe di valutare quali soggetti (asintomatici) sono stati già contagiati e se hanno sviluppato una immunità anticorpale che permetterebbe di svolgere l’attività operativa con rischi inferiori di contagio per sé, per i colleghi e per la cittadinanza.
Entrambi i test non offrono un margine di assoluta certezza permanendo una minima percentuale di errore, tuttavia, ad oggi non esistono altri sistemi di diagnosi e l’esperienza maturata dalle Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto, ove sono stati effettuati il maggior numero di test, comprendendo anche un intero paese, ha dimostrato che l’individuazione rapida dei soggetti positivi consente di adottare le necessarie misure di contenimento atte a ridurre al minimo gli eventuali contagi(l’isolamento conseguente ha consentito di registrare zero nuovi casi di positività al COVID19). In tal senso si inserisce la successiva circolare della Direzione Centrale di Sanità n. 850/A.P.1- 2749 del 10 aprile 2020 che ha definito il protocollo operativo per il rilevamento qualitativo di anticorpi IgG e IgM per Sars-Cov-2 (test sierologico). Alcune Regioni italiane, come ad esempio la Toscana ed il Lazio, hanno già dato avvio a progetti per lo screening massivo del personale delle varie Forze dell’Ordine, per il tramite degli Uffici Sanitari Provinciali, con la fornitura dei kit per l’esecuzione del test sierologico rapido. Per quanto sopra premesso, queste Organizzazioni Sindacali sono convinte che sia indispensabile intensificare l’effettuazione di test diagnostici anche al Personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, in servizio nel Molise, ricorrendo alla costruttiva ed imprescindibile collaborazione della Regione da Lei governata per la realizzazione di un progetto sanitario ad hoc con le diverse Amministrazioni di rispettiva appartenenza. Tale screening massivo, effettuato attraverso il test sierologico rapido, permetterebbe così di individuare i dipendenti che sono entrati in contatto con il virus, in che fase della risposta anticorpale si trovino, se abbiano maturato una immunità al virus e, di conseguenza, se siano in grado di operarein sicurezza, per sé e per gli altri, riducendo fortemente le possibilità di espandere ulteriormente il contagio. Conoscendo la sensibilità della Regione Molise verso tale problematica, non possiamo infatti che esprimere grande soddisfazione per l’incessante azione di contrasto approntata per il COVID 19 e il grandissimo impegno sin qui profuso nel sostenere l’azione quotidiana dell’intero comparto sanitario regionale culminante con un’altrettanto minuziosa opera di informazione verso l’intera Cittadinanza ma Le ricordiamo che diversi operatori delle varie Forze di Polizia sono risultati contagiati proprio per il loro delicato compito di prossimità ed abnegazione. E’ proprio per la Sua azione così incisiva e profonda, in questo momento così particolare per la popolazione della Regione da lei governata, che ci sprona a segnalarLe l’importanza di un simile progetto sanitario di prevenzione che coinvolga immediatamente tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato, all’Arma dei Carabinieri ed alla Guardia di Finanza. Lo riteniamo di assoluta e primaria importanza nell’ottica della prossima pianificazione della fase 2, appena sancita dal Presidente del Consiglio dei Ministri Conte, postlock-down, in cui risulta fondamentale l’individuazione degli operatori immuni tra le Forze dell’Ordine per poter progressivamente allentare le misure restrittive e garantire allo stesso tempo la sicurezza pubblica sul territorio con decorrenza il 4 maggio p.v. Confidando in una Sua attenta valutazione della presente, si resta a disposizione per qualsiasi confronto la S.V. riterrà opportuno. L’occasione è gradita per porgere cordiali saluti e per augurare un buon lavoro“.