Mare sì, mare no. La prima è la risposta degli amanti della tintarella e degli ottimisti. La seconda quella degli scettici. Come sarà la nostra estate nella convivenza con il coronavirus? Parlare infatti di post emergenza o post pandemia da qui a due mesi è prematuro oltre che incauto. Quindi occorre ripensare le nostre abitudini anche in un contesto di villeggiatura, che spesso comporta grande socialità e assembramento. Se da una parte il problema è limitato alla possibilità e alle modalità di fruizione di uno svago e di una situazione di benessere, dall’altra la questione è molto più delicata perché ci sono in gioco responsabilità e interessi che potrebbero determinare la sopravvivenza stessa di particolari attività economiche. Parliamo ovviamente degli stabilimenti balneari, circa una cinquantina sul litorale molisano, fornitori di diversi servizi ai bagnanti, dal noleggio di sdraio e ombrelloni alla ristorazione. Distanziamento sociale e altre misure di prevenzione potrebbero significare riduzione di posti in spiaggia, revisione nella gestione dei servizi e annullamento di particolari attività, con conseguente aggravio dei costi e minori entrate nel corso della stagione estiva.
Il timore di “rimetterci”, come si suol dire in gergo, serpeggia ovunque fra i gestori. E per molti è quasi una certezza. “Siamo preoccupati – afferma Nicola dell’Oasi Village di Termoli. – Non ci sono le premesse ottimali per cominciare la stagione. Il momento è difficile ma faremo di tutto per portarla avanti nel miglior modo possibile“. Da pochi giorni è stato dato il via libera ai lavori di ristrutturazione e preparazione presso le strutture balneari. Ci sarebbero da considerare le misure anti contagio da coronavirus ma al momento non sono state fornite disposizioni, per cui i titolari degli stabilimenti si trovano ad operare con molte incertezze e affidarsi alle ipotesi, quando ci sono di mezzo salute e possibili violazioni di legge, non è la soluzione migliore. “Potrebbe succedere – ipotizza Eliana del lido Il Gabbiano – di dover ridurre la fila di ombrelloni da 40 a 20. Questo non solo comporterebbe una riduzione della disponibilità complessiva ma anche problemi con le prenotazioni. Ci sono clienti che da anni bloccano sempre le stesse postazioni. Alcuni stanno telefonando per avere la certezza di conservarla. Sembra banale, ma bisogna trovare l’accordo, fra coloro a cui è riservata la prima fila, con chi è disposto a passare alle file dietro. E poi ci sono i numeri per singolo ombrellone. Se ad esempio saranno previste massimo due persone a postazione, come faranno le famiglie?“. Nelle ipotesi a livello nazionale si è fatto riferimento persino ai plexiglass o comunque a divisori. Prospettiva scongiurata dai gestori che vedrebbero un aumento insostenibile di costi.
“Da decreto ci sono disposizioni solo per quanto riguarda la manutenzione e la pulizia della spiaggia, ma nulla di esplicito su quello che dovrebbero essere le distanze, la sanificazione o quanto altro – commenta Alessandra del lido Alcione. – Ad oggi possiamo esprimerci seguendo le sensazioni. Aspettiamo le disposizioni del Governo. Da parte nostra c’è grande voglia di lavorare, positività e idee per garantire servizi ed evitare assembramenti. Crediamo molto nel senso civico dei nostri clienti che saranno comprensivi e ci aiuteranno a passare una piacevole estate. Sono sicura che faremo il meglio, è la nostra arma vincente“. Molti lidi peraltro forniscono attività di intrattenimento, sia di giorno sia quando cala il sole. Pensiamo alle attività di gruppo, ai balli, alle serate con musica e servizio bar a mo’ di discoteca all’aperto, momento di punta della movida giovanile. Tutto questo sarà cancellato? Per ora gli esperti non ritengono che l’acqua sia un mezzo di trasmissione del virus per cui il bagno sarà concesso, sempre nel rispetto del distanziamento sociale. E una partita a pallone sulla sabbia? Ma soprattutto: verrà meno almeno al mare il paventato obbligo delle mascherine? C’è da considerare, infine, le forti perdite sul turismo. La costa molisana è meta ogni anno di villeggianti di fuori regione, anche provenienti dal Nord e dall’estero.
Con i confini regionali chiusi per motivi di spostamento non necessari o comunque con la quarantena quale strumento di tutela per chi viene da fuori che renderebbe assurda e inutile una vacanza in Molise, probabilmente le spiagge del Molise saranno occupate solo da molisani, senza prenotazioni certe. “Peraltro – aggiunge Eliana de Il Gabbiano – anche se ci saranno allentamenti di restrizioni sulla mobilità molti eviteranno di spostarsi perché non avranno soldi per via del periodo di crisi venutosi a creare“. Cauto Nicola dell’Oasi Village, titolare anche di un residence. “Stiamo prendendo le prenotazioni ma tutte con riserva perché siamo consapevoli che potrebbero saltare“. Per tale motivo alcuni albergatori stanno pensando di lasciare le strutture chiuse perché troppo oneroso pagare spese e personale a fronte di prenotazioni a rischio, limitate, se non addirittura nulle. In questo clima di incertezza paradossalmente gli stabilimenti balneari potrebbero essere garanti della sicurezza. Se l’emergenza non sarà ancora finita ipotizziamo la chiusura temporanea delle spiagge libere, con l’onere per le strutture private di far rispettare le disposizioni. Oppure, spiagge libere aperte e controlli continui dalla strada da parte degli organi preposti, con l’aggiunta del buon senso dei bagnanti. Sarà possibile un simile scenario?