Le conseguenze economiche dovute all’emergenza Coronavirus non risparmiano la sanità. A Campobasso il Gemelli Molise ha attivato il Fondo d’Integrazione Salariale (FIS), strumento messo a disposizione dal Governo per contrastare l’emergenza Covid. L’impatto, informa la struttura, sarà estremamente contenuto: si tratterà solo di una settimana a rotazione per ciascun dipendente interessato dal provvedimento, per un totale massimo di 90 unità, ma che al momento è di 50 su circa 400 dipendenti. Oltre al sussidio INPS, l’ospedale integrerà con un’ulteriore 20 per cento e riconoscerà ai lavoratori assegni per nucleo familiare, maturazione TFR, ferie e contributi. Gemelli Molise, inoltre, anticiperà la quota dell’INPS per garantire continuità nel flusso del reddito del personale. “L’obiettivo – precisa la struttura – è stato dunque quello di contemperare l’esigenza di contenimento del contagio con quello della tutela dei lavoratori, avendo attenzione alla salute economica e finanziaria dell’azienda, in un momento così critico. Lo strumento è stato attivato, già da tempo, anche in altre strutture sanitarie molisane, con l’accordo delle OS.SS. In modalità unica, mai utilizzata prima, la società aveva prima avviato un’indagine conoscitiva tra il personale ed aveva raccolto una buona percentuale di gradimento per l’utilizzo dello strumento”. Com’è noto, l’emergenza in atto ha “messo in ginocchio” l’economia dell’intero Paese: al momento in Italia 6,7 milioni di lavoratori sono in cassa integrazione o in FIS. Questa azione si è resa necessaria in seguito ad una forte riduzione delle attività, avendo già applicato gli altri strumenti previsti dalla misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza COVID-19, quali smart working, congedi Covid, smaltimento ferie arretrate etc. Gemelli Molise ha attivato il FIS, solo dopo la scadenza dell’accordo con la Regione Molise per supportare gli altri ospedali nell’accoglienza dei pazienti Covid (che faceva riferimento solo ai mesi di marzo ed aprile). Come si ricorderà nei giorni scorsi era nata una polemica in regione, peraltro amplificata a livello nazionale da un articolo uscito su “Il Fatto Quotidiano”, in merito al riconoscimento del 95% del fatturato a prescindere dalle prestazioni per i mesi di gennaio e febbraio alle due strutture private convenzionate Neuromed e Gemelli e non il 70% dei servizi erogati come invece previsto da decreto legge nazionale.
La “scure” economica colpisce anche la sanità, il Gemelli costretto a ricorrere al Fondo d’Integrazione Salariale
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