Il Molise – in vista delle riaperture al pubblico di numerose attività commerciali a partire da domani 18 maggio – resta una delle tre regioni sorvegliate speciali, insieme a Lombardia e Umbria, dopo la pubblicazione del report settimale redato da Ministero della Salute e Istituto Superio della Sanità sulla circolazione e il contenimento del coronavirus. In particolare il Molise è stata classificata a livello 3. Come riferisce il report, “la classificazione settimanale è passata da bassa a moderata (probabilità moderata/alta di aumento di trasmissione e un basso impatto sui servizi assistenziali) a causa di un nuovo focolaio di trasmissione, attualmente in fase di controllo, che ha prodotto un aumento nel numero di casi nella scorsa settimana. Questo si potrà riflettere in un aumento nella stima di Rt nelle prossime settimane“. Il riferimento principale è al nuovo cluster creatosi a Campobasso, con 90 positivi nella comunità rom accertati in pochi giorni. Qual è il rischio? Ovviamente un secondo lockdown imposto a livello locale con appositi provvedimenti regionali o comunali, magari su indicazione (o previo consulto) del Governo centrale. La responsabilità e l’attenzione di tutti saranno fondamentali. Lo si capisce bene dalla parole del premieri Conte. “La curva epidemiologica potrà tornare a salire – ha detto. – Stiamo affrontando un rischio ma dobbiamo correrlo. Non possiamo aspettare il vaccino perché altrimenti potremmo non riaprire mai“. Il governatore Toma, già prima del via libera da Roma, aveva manifestato la volontà di far riaprire tutte la attività consentire dal nuovo Decreto. Il monitoraggio delle forze dell’ordine nelle zone del nuovo cluster, la quarantena obbligata per chi rientra da fuori, il supporto dei test sierologici adottati sia dall’Asrem che dalle strutture private sono tutti elementi ritenuti idonei al contenimento del contagio in regione. Non bisogna abbassare la guardia e commettere leggerezze, in quanto siamo ancora in emergenza sanitaria e in ospedale sono tuttora ricoverate 13 persone per Covid-19.
(foto Nicola Lanese – campagna #Scontagiamoci)