Ore 11.45. L’operazione congiunta di Carabinieri e Guardia di Finanza ha smantellato una vera e propria organizzazione a delinquere finalizzaata a portare avanti una larga fetta del mercato dello spaccio in Molise, con collegamenti ad esponenti della camorra campana, filo conduttore per i rifornimenti di droga. 39 le misure di limitazione della libertà presenti nell’ordinanza firmata dal Gip del Tribunale di Campobasso a carico di altrettante persone, fra cui 28 arrestati fra carcere e domiciliari. In Molise le misure sono state eseguite principalmente fra Campobasso e Bojano. In particolare sono stati raggiunti dalla misura di custodia cautelare in carcere : Domenico Prioriello, 32enne, Loris Iamonaco, 26enne, Michele Camardo, 35enne, Drame Cheikh Moussa, 49enne, Costantinescu Marius Nicusor, 32enne, Andrea Ricci, 31enne, Elisabetta Frascarelli, 52enne, Camillo Rosa, 43enne, Mirko Malatesta, 24enne, Mario Malatesta, 26enne, Erika Princic, 42enne, Fabio Messina, 39enne, Giovanna Iammarone, 24enne, Elvir Drini, 32enne, Arben Uzuni, 47enne, Giuseppe Capocelli, 50enne, Alessandro Capocelli, 34enne, Roberto Budace, 45enne, Antonio Liotta, 43enne, e Danilo Ciccarelli, 35enne. Ai domiciliari sono finiti Mimmo Capocelli, 53enne, Anna Cerrato, 35enne, Riccardo Palermo, 24enne, Ciro Palumbo, 60enne, Vincenzo Faiello, 42enne, Pio Musco, 37enne, Francesco Norice, 21enne. Ci sono inoltre altri indagati a piede libero. In corso la conferenza stampa presso la Caserma Frate di Campobasso, in presenza del Procuratore Generale presso la Corte Appello, il Procuratore Distrettuale Antimafia di Campobasso, i due Comandanti Provinciali di Campobasso dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, con l’intervento in videoconferenza del Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo e la presenza del Vice Comandante Operativo dello S.C.I.C.O.
I reati.
Dopo due anni di indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Campobasso, Carabinieri e Finanzieri hanno eseguito oggi 39 misure cautelari (20 custodie cautelari in carcere, 7 custodie agli arresti domiciliari, 4 divieti di dimora in Molise e Campania, 6 divieti di dimora in Molise, 1 obbligo di dimora in Campobasso e 1 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), disposte dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Campobasso Teresina Pepe.
Le misure cautelari sono state eseguite nelle regioni Molise (Bojano, Campobasso e Isernia) Campania (Napoli, Afragola e Benevento) Puglia (Torremaggiore) Calabria (nei confronti di soggetto attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Cosenza) ed attraverso Mandato di Arresto Europeo nei confronti di un cittadino rumeno attualmente residente in Germania.
I soggetti destinatari dei provvedimenti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, traffico di stupefacenti ed estorsioni, anche con l’aggravante del c.d. “metodo mafioso”, trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio e porto abusivo di armi.
E’ l’epilogo dell’operazione “Piazza Pulita”, nome scelto dagli investigatori dell’ARMA e delle FIAMME GIALLE, per attestare la costante attenzione ai fenomeni criminali posta quotidianamente in essere con il controllo del territorio che ha consentito di scoprire il tentativo di infiltrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nella provincia di Campobasso e nella sua sana economia.
Proventi dello spaccio reinvestiti in due imprese molisane del settore del pellet.
Sotto la direzione del Procuratore Distrettuale Antimafia Nicola D’Angelo e del Sostituto Procuratore Vittorio Gallucci, l’attività di indagine condotta da carabinieri e finanzieri ha avuto come obbiettivo sia quello di arginare la recrudescenza del fenomeno del traffico di sostanze stupefacenti nella provincia di Campobasso, sia di ostacolare il processo di espansione e radicamento di attività criminali provenienti dall’hinterland napoletano.
L’articolata attività d’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Campobasso, dai finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Campobasso in collaborazione con lo S.C.I.C.O. di Roma, ha permesso di individuare tre sodalizi, consentendo di accertare condotte legate al traffico ed al commercio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina e hashish destinate al territorio della provincia di Campobasso e al riciclaggio/reimpiego di denaro di provenienza illecita.
In particolare, i proventi dello spaccio di sostanze stupefacenti (commesso anche nelle cittadine campane di Castello di Cisterna e Pomigliano d’Arco), sono finiti all’interno di due imprese molisane operanti nel settore della commercializzazione di pellet che, potendo così contare su sempre maggiore liquidità, hanno potuto vendere il combustibile domestico a prezzi bassi e fuori mercato, ponendo in essere così una concorrenza sleale che ha consentito loro di diventare, giorno dopo giorno, i monopolisti assoluti.
Scoperti tre sodalizi, presenti esponenti della camorra campana.
Di fatto, gli investigatori hanno scoperto pregiudicati campani, già affiliati a clan camorristici, dimoranti sul territorio molisano che si erano stabilmente insediati nella provincia di Campobasso avvalendosi di altri soggetti del luogo coinvolti nel mercato degli stupefacenti.
Nel corso delle indagini venivano così individuati inizialmente due gruppi malavitosi, capeggiati da due pregiudicati molisani, entrambi con autonome attività di spaccio, che interagivano tra loro per l’approvvigionamento dello stupefacente.
A fronte dell’attività di traffico di droga della prima associazione (composta da 7 persone) con base operativa in Bojano (sia presso un’abitazione che in aperta campagna), la seconda (composta da 10 persone) si è dimostrata più attiva tanto che attraverso la gestione del night club “Luxuria” (sito nel comune di San Massimo) – centro di un vero e proprio smercio di droga fra i clienti – è risultata operativa sia nel centro matesino che nel capoluogo molisano.
A questi due gruppi che già operavano nella predetta area, si aggiungeva un nuovo sodalizio, di estrazione camorristica, capeggiato da un pregiudicato campano capace di assicurare un ottimo canale di rifornimento e ingenti quantità di stupefacente.
Detto nuovo sodalizio (composto da 10 persone), capeggiato da elemento di spicco della camorra napoletana, unitamente a pregiudicato a capo del sodalizio locale, poneva in essere implicite ed esplicite minacce di gravi ritorsioni nei confronti dei soggetti debitori di somme di denaro per l’acquisto di partite di droga, avvalendosi della forza di intimidazione ed assoggettamento derivante dall’appartenenza alla criminalità organizzata di tipo ‘camorristico’ e sfruttando pertanto il c.d. “metodo mafioso”.
Tale evidenza investigativa apriva uno spaccato sull’operato del pluripregiudicato campano (legato al clan Rega operante a Pomigliano D’Arco e Castello di Cisterna) che, a seguito dell’applicazione del divieto di dimora in Campania, aveva spostato il centro dei propri interessi illeciti in Bojano, ove costituiva due società con l’intento di farvi confluire i proventi dei propri affari.
Denunciato a piede libero per favoreggiamento anche ex assessore del Comune di Bojano.
Durante le indagini, condotte a partire dall’estate del 2018 con intercettazioni telefoniche e ambientali (audio e video), perquisizioni e sequestri, acquisizione di documentazione contabile e bancaria, audizione di numerosissime persone informate sui fatti, attività di osservazione, pedinamento e controllo, venivano effettuati 6 arresti e 13 denunce in stato di libertà, rilevate circa 2.500 condotte di cessione e di detenzione di stupefacente, con sequestri di sostanza stupefacente per un totale di circa 400 grammi di cocaina, 70 grammi di eroina e 3 kg di hashish.
A conclusione delle indagini venivano così denunciati complessivamente 58 soggetti (italiani e stranieri) per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio ed autoriciclaggio, nonché per i reati di minaccia ed estorsione, detenzione abusiva di armi e trasferimento fraudolento di valori; ulteriori 5 soggetti venivano denunciati per il reato di favoreggiamento, fra cui un ex assessore del Comune di Bojano.
Impegnati 250 militari. Sequestrati beni per 1 milione di euro.
Oggi circa 250 uomini e donne dei Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Campobasso e dello S.C.I.C.O. di Roma, coadiuvati dai carabinieri e finanzieri dei Comandi Provinciali di Napoli, Benevento, Cosenza, Isernia e Foggia con l’ausilio di 5 unità cinofile della Legione Carabinieri Abruzzo e Molise, di 4 unità cinofile dei Comandi Regionali Puglia e Molise della Guardia di Finanza, degli elicotteri del 5° Nec e del ROAN di Pescara, nonché del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione alle predette misure cautelari eseguendo altresì oltre 60 perquisizioni.
Nel corso dell’operazione, nell’ottica di perseguire il contrasto al patrimonio illecitamente conseguito dai gruppi criminali scoperti, si è proceduto ad articolate indagini patrimoniali, al cui esito il G.I.P. del Tribunale di Campobasso ha emesso un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca di abitazioni, autovetture, quote societarie di due imprese molisane per un valore di oltre € 1.000.000 di euro.
In particolare è stato accertato come il denaro proveniente dallo spaccio di sostanze stupefacenti confluisse nelle predette società ove gli indagati impiegavano quelle somme nella gestione ordinaria delle attività, come ad esempio il pagamento degli affitti e delle forniture di pellet.
Allo stato tutte le misure sono state eseguite ad eccezione di un soggetto attivamente ricercato. Durante le perquisizioni sono state rinvenute modifiche quantità di sostanze stupefacenti, quali hashish e cocaina. Sono tuttora in corso i sequestri di beni e delle aziende riconducibili ai soggetti arrestati.
Indagati pronti a difendersi.
In attesa che vengano fissati gli interrogatori di garanzia, gli indagati si affidano a loro legali di fiducia per chiarire ognuno la propria posizione. Circa 300 le pagine dell’ordinanza firmata dal gip Teresina Pepe. “Attendiamo gli interrogatori per valutare il da farsi – dichiara l’avvocato Giuseppe Fazio, che cura la difesa di Mario e Mirko Malatesta. – Nel frattempo studieremo il copioso carteggio”.