A conclusione di circa quattro anni di attività, la Guardia di Finanza e l’Ufficio delle dogane di Campobasso hanno proceduto alla notifica nei confronti di tredici persone e due società, aventi sede nella Regione Molise, dell’avviso di conclusione delle indagini nonché alla esecuzione di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili e disponibilità finanziarie fino alla concorrenza dell’importo di oltre 4 milioni di euro. Nella mattinata, finanzieri congiuntamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno operato sul territorio nazionale, oltre che nel Molise, anche nelle regioni Campania e Abruzzo, procedendo all’esecuzione dei provvedimenti emessi dal Sostituto Procuratore Francesco Santosuosso e dal Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Campobasso Veronica D’AGNONE. Di fatti, nell’ambito della operazione WASHED OIL, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso, funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in servizio presso l’Ufficio delle dogane di Campobasso, congiuntamente con le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Campobasso accertavano un’evasione di imposta di circa 12 milioni di euro nei confronti di una società con sede nel territorio di Guardiaregia operante nel settore dei prodotti energetici. Le investigazioni hanno permesso di individuare e disarticolare un organizzato ed eterogeneo sistema societario, costituito da numerose persone giuridiche artatamente create per commercializzare sul mercato nazionale prodotti petroliferi di illecita provenienza in esenzione al pagamento dell’accisa, dell’IVA e delle imposte dirette. Le operazioni fraudolente compiute nella commercializzazione di prodotti petroliferi erano funzionali alla realizzazione di operazioni illecite di riciclaggio ed autoriciclaggio finanziario, nonché a remunerare gli stessi soggetti attori delle violazioni che, a vario titolo, intervenivano nella commissione dei vari delitti-scopo. In particolare la società con sede a Guardiaregia operante nel settore dei prodotti energetici, intestata a mero prestanome, era divenuta un ingranaggio perfettamente funzionante di un composito e “lubrificato” meccanismo di frode, il cui dominus veniva individuato in un pregiudicato campano. Nella scelta di ubicare la sede della società nel territorio molisano era stato determinante l’utilizzo strumentale e simulato di un sito ove era già presente un deposito commerciale di prodotti petroliferi dismesso da anni. Il fenomeno fraudolento oggetto di indagini rientra nelle tipologie di frode in materia di accise sui prodotti petroliferi maggiormente attenzionate e censite dalla Direzione Centrale Antifrode e Controlli dell’Agenzia Dogane e Monopoli e dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’ampia operazione denominata “Codice Est”. Il meccanismo fraudolento vedeva l’immissione di carburante nella rete commerciale tramite compiacenti società operanti nelle regioni Campania, Abruzzo, Puglia e Molise, consentendo la vendita di prodotto a prezzi più bassi con conseguente distorsione del mercato e concorrenza sleale.
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