Con il via libera agli spostamenti liberi fra tutte le regioni dal 3 giugno, come annunciato dal Ministro Speranza, anche i confini molisani saranno aperti in entrata e in uscita non più solo per motivi di lavoro o urgenti. E su questo aspetto il presidente della Regione Donato Toma, che non aveva prorogato l’ordinanza della quarantena obbligatoria il 18 maggio per chi rientrava da fuori, esprime delle perplessità. “La prudenza dovrebbe essere patrimonio di noi italiani, lo abbiamo imparato a nostre spese”, ha dichiarato all’Adnkronos. “Le riaperture non causano, immediatamente, delle movimentazioni di persone, ma tra una chiusura e una riapertura completa c’è sempre un periodo grigio perché giustamente c’è timore. Io personalmente avrei aspettato un’altra settimana per poi riaprire tutti insieme, però faccio molto gioco di squadra e capisco che le Regioni del Nord hanno necessità di riavviare la macchina economica per tutta Italia. Staremo particolarmente attenti e cercheremo di educare la popolazione alla prudenza”. Toma ritiene insensato il cosiddetto passaporto sanitario e non prevede al momento nuove restrizioni. “In questo momento non ho restrizioni in programma, vedremo cosa succede la prossima settimana che è cruciale perché avremo anche i dati dopo le riaperture del 18 maggio. Ora il Molise è a contagio ridottissimo”. Riguardo all’idea di qualche regione, in particolare della Sardegna, di introdurre una sorta di certificazione per chi arriva Toma commenta: “Io sono sempre presente ai tavoli nazionali e internazionali e per la mia esperienza il passaporto sanitario non ha una grande valenza. Se faccio un tampone oggi potrei essere negativo e positivizzarmi dopo qualche giorno. Il test sierologico di massa serve per beccare qualche positivo in percentuale, ma non in termini assoluti”. Il governatore ha anche espresso solidarietà alla Lombardia. “I lombardi sono stati i più colpiti e ingiustamente accusati di scarsa attenzione. Più volte ho espresso il sostegno della mia Regione al presidente Fontana perché avere 11 milioni di abitanti e gestire la locomotiva d’Italia è diverso. Prima di muovere accuse ad altri, bisogna mettersi nei panni di un governatore e di una struttura complessa. Ci auguriamo che i lombardi a luglio possano venire in Molise per far ripartire il turismo”.
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