Ripartenza, Lembo e gli Stati Generali delle donne scrivono a Conte: “Sostegno a lavoro e auto-imprenditorialità femminili”

Gli Stati Generali delle donne, coordinamento permanente da dicembre 2014, interlocutore autorevole per le Istituzioni anche nazionali che operano nell’ambito delle politiche del lavoro, dell’economia, della finanza, del femminile, dei diritti, della cultura, della scuola, della formazione, della pace e del dialogo, del ben vivere, dello sviluppo e che ha un coordinatore per ogni regione e che vede tantissime donne aderenti che hanno manifestato passione, competenza, determinazione, tenacia, voglia di mettersi in gioco e un impegno per il potere e per il saper fare che è spirito di servizio a favore della società in tutti i settori dalla gestione dei beni culturali, alle nuove tecnologie, alle politiche di immigrazione, alle soluzioni per la logistica, i trasporti, per una sanità migliore, al turismo sostenibile e alla blue economy, con nuove soluzioni partecipative, scrivono al Presidente Giuseppe Conte. La coordinatrice regionale del Molise Giuditta Lembo rende nota la missiva inviata al Presidente del Consiglio, e comunica l’incontro con la Ministra per le pari opportunità Elena Bonetti il prossimo 8 giugno. Questo incontro fa seguito all’incontro con la Sottosegretaria al lavoro Francesca Puglisi.

NOI DONNE VOGLIAMO ESSERCI
Questo frangente può essere l’occasione per recuperare il tempo perso e riposizionare i temi femminili nell’Agenda del Governo al fianco degli altri temi affinchè davvero si possa dire che la rinascita economica del nostro Paese Italia sia il risultato dell’impegno comune di uomini e donne.
La lettera al Presidente Giuseppe Conte:
Gentile Presidente Conte,
Lo scorso 2 giugno, il Presidente Mattarella ha detto «Qui nella casa comunale di Codogno oggi è presente l’Italia della solidarietà, della civiltà, del coraggio. In una continuità ideale in cui celebriamo ciò che tiene unito il nostro Paese: la sua forza morale. Da qui vogliamo ripartire. Con la più grande speranza per il futuro».
Da queste considerazioni, che abbiamo fatto nostre, anche le donne delle regioni italiane intendono ripartire.
Lei ha costituito più Task Force in questi tre mesi di emergenza ma è giunto il momento di ascoltare la voce delle donne, delle imprenditrici, delle lavoratrici, delle mamme, delle insegnanti, delle casalinghe, impegnate sui territori a contatto diretto con la disperazione sociale ed economica. In questa nuova fase le donne ci sono e ci devono essere, espressione della voce dei territori e delle realtà economiche e sociali di ogni parte d’Italia. Siamo attive in ogni Regione dal dicembre 2014 e dal 27 febbraio 2020 abbiamo generato nella nostra aula virtuale un osservatorio attento su quanto stava e sta accadendo, ogni giorno, di sabato e di domenica, in uno scambio e confronto attento e puntale, senza lasciare indietro nessuna/o. Abbiamo ascoltato specialisti e specialiste, donne del mondo delle imprese, dell’accademia e del mondo scientifico. Anche voci lontane, dal Brasile, dal Niger, da alcuni Paesi Europei. Sono stati momenti in cui abbiamo provato incertezza, paura e nello stesso tempo speranza. Strette tra il dolore per la tragedia che improvvisamente ci è toccato vivere e la voglia di un nuovo inizio verso un mondo nuovo, sostenibile e solidale. Ora è ancora più forte la richiesta che le stiamo inoltrando, in una crescente volontà di ripresa e di rinascita sociale, civile ed economica. Oggi le donne ci devono essere per contrastare il” nemico invisibile”, ancora molto sconosciuto, che ha sconvolto le vite e le abitudini delle nostre famiglie, delle nostre imprese, delle nostre scuole, dei nostri bambini e ragazzi mettendo a rischio tanti progetti di vita e di lavoro. Gli Stati Generali delle donne attraverso la propria Cabina di regia, costituita dal Comitato Scientifico e dalle rappresentanti di ogni Regione italiana, in alleanza con moltissime altre Associazioni femminili ed anche Enti pubblici e privati, in rappresentanza di ogni territorio, costituita da esperte in materia di lavoro, di sviluppo, di sostenibilità, di imprenditoria, di fiscalità, di architettura, di diritto, di infanzia ed adolescenza, di sociologia, di psicologia e psicoanalisi, di sociologia, di ambiente, di innovazione, di migrazioni, di violenza maschile di genere, si mette da subito a disposizione del Governo per suggerire ed individuare interventi concreti e mirati, territorio per territorio. La ricostruzione dell’Italia sarà un processo lungo ed impegnativo e le donne sanno mettere in campo alte competenze, coraggio, determinazione ed anche prudenza in una visione lungimirante di un nuovo modello di città, comunità, cultura, produzione e consumo per pianificare investimenti e interventi di medio e lungo periodo, che daranno finalmente prospettive solide e visione alla ripresa dell’Italia. Alla luce della riprogrammazione dei fondi comunitari che le Regioni si stanno accingendo a fare, delle risorse del Recovery Fund che gli Stati membri riceveranno dall’Europa, del piano che occorrerà presentare all’Europa in autunno e della prossima programmazione 2021-2027, è necessario uno sguardo di genere nella formulazione delle proposte ed è necessario che una parte di questi fondi siano destinati all’auto-impiego e auto-imprenditorialità femminile, al lavoro delle donne. Da tempo sollecitiamo un “Piano nazionale per l’Occupazione femminile” perché è ormai chiaro che favorire l’occupazione femminile significa aiutare a far crescere il PIL del nostro Paese e nel momento attuale è ancora più importante che ciò avvenga. Presto non basteranno più sussidi e aiuti e ci sarà bisogno di crescita e di lavoro. Occorrono idee nuove, di cambiamento; occorre il coraggio di osare e non solo di amministrare l’esistente. Il rischio è che la domanda sociale si faccia pressante e allora bisognerà avere idee forti e ben radicate nei territori per dare risposte, se non vogliamo che esploda la rabbia e lo sconforto. Non si può più rinviare, le donne hanno la qualità e la forza d’animo per riuscire a superare anche questa prova. Così come le nostre mamme, le nostre nonne e donne hanno saputo ricostruire il Paese settant’anni fa. Siamo a disposizione, gentile Presidente, ma ci convochi subito, anche nelle aule virtuali, non disperda questo patrimonio di saperi e di persone, espressione di rispetto, serietà, rigore, senso della misura e attaccamento alle Istituzioni!

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