Ore 18.30. È questione di ore, Donato Toma è pronto a chiamare al suo fianco come quinto assessore regionale, in quota Lega, Michele Marone, attualmente presidente del Consiglio comunale di Termoli. Ignorata dunque la lettera scritta da sei consiglieri di maggioranza, compreso il presidente dell’Assise di Palazzo D’Aimmo, Salvatore Micone (gli altri sono Calenda, Romagnuolo, Di Lucente, Cefaratti e D’Egidio), per scongiurare che il governatore potesse chiamare nell’esecutivo un esponente esterno appartenente ad un partito non rappresentato fra i banchi del Consiglio regionale. La strada è apparsa segnata già dopo la visita della scorsa settimana di Matteo Slvini in Molise e quel “caffè” bevuto da quest’ultimo con il presidente della Regione per assicurare alla Lega un posto in giunta, dopo l’azzeramento farsa e il siluramento annunciato da tempo di Mazzuto. Toma aveva confermato che Lega sarebbe stata. E ha deciso ancora di testa sua. D’altronde il governatore-commercialista lo aveva ribadito anche nell’ultima conferenza stampa tenuta all’ospedale Cardarelli. “Io lavoro per il bene dei molisani. Se non avrò più l’appoggio tornerò a fare le dichiarazioni dei redditi”. Di certo la nomina genererà forti scossoni. Cosa faranno ora i sei consiglieri che si sono visti snobbati?
Ore 19. Il presidente della Regione Molise, Donato Toma, con proprio decreto, ha provveduto a nominare Michele Marone assessore della Giunta regionale del Molise. Al neoassessore sono state assegnate le seguenti deleghe: Politiche della famiglia, giovanili e di parità; Politiche del lavoro; Politiche sociali, Terzo settore; Politiche per l’immigrazione; Tutela dei consumatori.
Sei consiglieri pronti a formare un gruppo misto. E domani il pronunciamento sulla surroga.
I sei consiglieri che avevano fatto muro contro la nomina di un assessore esterno, stando a quanto promesso, formeranno un polo civico interno alla maggioranza che potrebbe mettere in discussione la stabilità dell’attuale governo regionale. La base su cui quest’ultimo poggia a Palazzo D’Aimmo si trova così costellata da molte crepe e l’implosione non appare più una favoletta scongiurata dal solito cliché dell’attaccamento alla poltrona. Domani invece novità potrebbero arrivare dal Tar Molise sulla questione della surroga, ossia la possibilità per i primi consiglieri dei non eletti nelle rispettive liste di sostituire i consiglieri nominati assessori, eliminata con un blitz da Toma e i suoi nel periodo di discussione del bilancio regionale per far fuori, nella sostanza, qualche consigliere scomodo. Scarabeo e Tedeschi hanno impugnato quel provvedimento, che a loro parere al massimo sarebbe dovuto entrare in vigore dalla prossima legislatura. Un pronunciamento sfavorevole per Toma aggiungerebbe benzina sul fuoco.