Amarcord, dalle “rose rosse” di Ranieri alla “grande festa” di Carboni: tutti gli artisti del concertone di Corpus Domini degli ultimi 10 anni

Uno degli appuntamenti che mancherà in questo weekend di Corpus Domini a Campobasso sarà il cosiddetto concertone in piazza. La caccia al nome ha sempre appassionato i campobassani e infiammato i social, costituendo peraltro un feedback per l’amministrazione comunale, sempre alle prese con tempestive trattative legate a budget e disponibilità con gli agenti dei cantanti del panorama nazionale. Di volti importanti ne sono passati per questa città ma ci sono stati anche anni in cui le aspettative del popolo sono state deluse non per le qualità in sé dell’artista, sempre rispettabili, quanto piuttosto per la connessione della popolarità dello stesso con l’importanza data dai campobassani a questa manifestazione. Senza spingerci troppo lontano, ecco un piccolo diario delle apparizioni degli ultimi dieci anni.

2010 – Marco Mengoni e Massimo Ranieri

Sul palco di piazza Prefettura salirono in due distinte serate un giovanissimo Marco Mengoni, fresco della vittoria a X Factor, e il veterano Massimo Ranieri, vero e proprio showman, capace di coinvolgere il pubblico sia con le sue famosissime canzoni, sia con gag e aneddoti. Mengoni seppe richiamare il pubblico giovanile, Ranieri fece il pieno su diversi target di età, quindi non solo le vecchie generazioni. Si dice che quest’ultimo, al suo arrivo a Campobasso, avesse chiesto la prenotazione di più camere in albergo, di cui una gli sarebbe servita per una eventuale fuga dai fan.

2011 – Pooh

La grande band bolognese, che ha sfoggiato i suoi più importanti successi fra gli anni Sessanta e Ottanta, era quasi all’epilogo del suo percorso (si sono sciolti nel 2016). Il lungo repertorio sfoggiato davanti a una piazza piena fece cantare anche i più giovani. Tant’è che, secondo il racconto dei più attenti, l’allora sindaco Gino Di Bartolomeo, noto per la sua divertente genuinità, avrebbe esclamato sul palco: “Mi siete costati caro ma ne è valsa la pena”.

2012 – Matthew Lee & Big Band e CantaNapoliMusical

Probabilmente è l’anno che in questo decennio i campobassani in generale ricordano meno e che pesò meno sulle casse del Comune, nei primi tempi del Patto di Stabilità. A Campobasso approdò Matthew Lee, performer, pianista e cantante, protagonista di centinaia di concerti fra l’Italia e gli Stati Uniti, accompagnato da una band di 9 musicisti in un repertorio di brani inediti e grandi classici a suon di rock’n’roll, blues, swing e country. La serata iniziò in maniera tiepida (in piazza c’erano poche presenze), forse perché pochi conoscevano questo personaggio, che si rivelò invece un grande asso, richiamando in breve tempo il vasto pubblico. La musica conobbe anche una seconda puntata nella serata successiva con Cantanapolimusical e i suoi protagonisti Giò Di Sarno, Nunzio Milo e il tenore Alessandro Fortunato. L’affluenza non fu un granché.

2013 – Gio di Tonno

Vincitore del festival di Sanremo cinque anni prima e fra i concorrenti del Tale e Quale Show, Gio Di Tonno fu considerato l’artista ideale in epoca di spese contenute. Per il secondo anno consecutivo quindi il Comune dovette escludere cantanti più gettonati e per tale motivo si scatenò l’ironia sui social, senza nulla togliere al povero Di Tonno, noto per essere anche imitatore e cabarettista, e che seppe a suo modo tenere il palco con uno spettacolo eclettico, finendo persino a cantare le Maitunate con il celebre Nicola Mastropaolo.

2014 – Stadio

L’arrivo degli Stadio fu un ritorno alla credibilità. Di certo si trattava di un altro gruppo dotato di un vasto repertorio che ha fatto contente soprattutto le generazioni meno giovani. Tuttavia la piazza si riempì anche di molti ragazzi.

2015 – Roberto Vecchioni

Fra i big di questo decennio se vogliamo individuare un’artista di nicchia forse potremmo farlo con Roberto Vecchioni, che nella sua prima uscita a Campobasso diede vita ad un piccolo show teatrale, alternando racconto e canzone. L’autore di “Luci a San Siro”, da buon professore, salì in “cattedra” con una maglia in omaggio alla cultura e a Massimo Troisi, indossando poi sopra una giacca nera “perché qui a Campobasso fa un po’ freddo”.

2016 – Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana

E’ stato forse il personaggio più apprezzato come presenza, anche perché Renzo Arbore scese davvero in mezzo alla gente rilasciando diversi autografi e accettando alcuni doni fattigli dai campobassani. Il cantautore pugliese, prima di salire sul palco insieme alla sua Orchestra Italiana, tenne una conferenza stampa in cui ricevette in regalo una sciarpa rossoblu della squadra di calcio locale. Canzoni, gag, barzellette: il pubblico cantò e si divertì fino alla fine. Fra i brani interpretati dal grande ospite si ricorda l’omaggio alla città quando Arbore e il coro trasformarono “Il materasso” in “Il Campobasso”. In quell’occasione si rese protagonista anche della donazione di una targa alla nipote di Fred Bongusto. “Qui mi sento come a casa”, disse ai moisani.

2017 – Alex Britti

La serata di Alex Britti è fatta di luci ed ombre. E’ il primo Corpus Domini con le misure di sicurezza anti terrorismo e per questo il concerto viene spostato in piazza della Repubblica e riservato a un numero limitato di persone. Il cantante romano, grazie al suo vasto repertorio, riesce a coinvolgere la piazza. Il suo spettacolo tuttavia viene considerato una “toccata e fuga”, un’ora e mezza senza bis e senza incontro con la stampa, e un finale che il giorno dopo crea diverse polemiche, poi in qualche modo chiarite. Britti non accetta la chitarra donatagli da un liutaio come regalo della città. Ma si concede comunque alle foto con alcuni fan. Britti dichiara di passare spesso per il Molise, soprattutto per Termoli, e di possedere una chitarra classica fatta a Bojano.

2018 – The Kolors e Nina Zilli

Si torna al doppio ospite, con giovani protagonisti. La prima serata vede salire sul palco The Kolors, band dal genere pop rock, lanciati qualche anno prima dalla vittoria della 14esima edizione di “Amici” di Maria de Filippi. Sono soprattutto i ragazzi ad accorrere in piazza della Repubblica. La foto scattata dal palco e fatta rimbalzare sui social è diventata virale. La seconda serata è affidata alla stravagante Nina Zilli che cambia più volte il suo abbigliamento sul palco. Nonostante anche la Zilli venga considerata artista di nicchia, il suo stile soul e reggae viene molto apprezzato dal pubblico, che pecca però secondo la cantante di non essere abbastanza “caliente”.

2019 – Le Vibrazioni e Luca Carboni

“Ho sempre avuto una visione dolce e romantica del Molise. E poi conosco molti amici molisani che mi portano la frutta”. Furono le parole utilizzate da Luca Carboni per descrivere il Molise prima di salire sul palco la domenica dell’ultimo Corpus Domini campobassano. Il cantante bolognese aveva ben spiegato la ragione di mescolare in un concerto brani vecchi e nuovi: non solo far contento il pubblico, ma anche rivivere tutti i momenti della propria esistenza. Il sabato era invece toccato a Le Vibrazioni, che si erano rivelati, per chi non li conoscesse abbastanza, una vera sorpresa oltre le aspettative.

2020 – ?

Con la cancellazione dell’edizione 2020, non ci sarà nessun cantante a scaldare la piazza. Non c’è stato neanche il tempo materiale per iniziare a stilare una bozza di programma visto che la pandemia in Italia ha costretto al lockdown già da marzo. “Avevamo pensato ad un cantante che richiamasse il grande pubblico per la serata di sabato, così da permettere anche a chi fosse venuto da fuori città a non avere problemi di orario”, si limita ad affermare l’assessore alla Cultura, Paola Felice. “La domenica sarebbe stata riservata ad un artista per una platea più cittadina, mentre il venerdì sarebbe stato dedicato alle band giovanili”. Tuttavia da Palazzo San Giorgio fanno sapere che i primi contatti si sarebbero avuti subito dopo il Festival di Sanremo. E il Comune avrebbe iniziato a pescare lì i primi candidati. Nessuno si sbottona ma sembrebbe che fossero stati presi in considerazione Achille Lauro, Elodie e persino il vincitore del festival Diodato. Se la festa è solo rimandata chissà che non si riparta proprio da questi nomi.

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