Misteri in “lockdown”, i Diavoli non risparmiano la “manata” in faccia al sindaco. E mantengono le distanze con le code di vacca

In occasione della mancata “vestizione” dei Misteri, che si sarebbe dovuta tenere questa mattina, domenica di Corpus Domini, prima della tradizionale sfilata per le strade di Campobasso, il sindaco Gravina si è affacciato al Museo di via Trento dove un gruppetto limitato di persone, fra promotori e figuranti, si è dato appuntamento per rendere omaggio alla storica manifestazione ferma a causa delle norme anticontagio contro il coronavirus. Ad attenderlo, oltre alla famiglia Teberino, c’erano due dei Diavoli dei Misteri che non gli hanno risparmiato la classica manata sulla faccia per sporcargli il viso di nero. Quindi foto-ricordo di questa strana giornata con le consuete code di vacca – generalmente tenute in mano durante la performance sugli Ingegni – mostrate e utilizzate anche un po’ per mantenere la distanza di un metro, a cui ormai ci siamo abituati con l’emergenza sanitaria.

“Non lo avevamo ancora vissuto un giorno come questo”, ha dichiarato Gravina in un messaggio ai campobassani. “Non avevamo immaginato potesse accadere. Oggi ci mancano le voci e le storie che la tradizione popolare e religiosa più sentita da tutti noi campobassani è stata capace di intrecciare nel corso del tempo. Siamo nel punto esatto della storia da dove è possibile voltarsi per guardare ciò che è stato, ma anche fissare lo sguardo davanti, verso il futuro. I Misteri sono frutto dell’ingegno di un campobassano, sono la realizzazione di una visione, un sogno che il Di Zinno non solo ha coltivato ma ha reso concreto e possibile per un’intera comunità. Un sogno condiviso, lo stesso che da questa mancanza di oggi, forte e profonda, Campobasso vuole tornare a raccontare a tutto il mondo. Il volo degli angeli e gli sberleffi dei diavoli, le facce assorte e orgogliose dei tanti personaggi che i portatori conducono in spalla ogni anno lungo le strade della nostra città, in questa domenica di Corpus Domini lambiranno i nostri ricordi e la nostra memoria ripescherà aneddoti e vicende personali che ognuno di noi collega a questa tradizione.

Nel più sottile silenzio di un tempo che ci avviamo a riprendere per mano, la nostra città ha il coraggio per affrontare anche questa privazione che il momento storico ci ha imposto, con la consapevolezza di dover non solo riprendere la vita da dove l’avevamo lasciata prima dell’emergenza del Covid-19, ma di doverci impegnare per trasformarla, migliorarla, rendendoci responsabili, in prima persona, gli uni degli altri. Gli Ingegni oggi restano nel Museo dei Misteri, ma Campobasso già li attende in strada con fiducia, pronta a volgere lo sguardo verso l’alto per ammirare il volo degli angeli, assistere e rinfrancare i portatori, sorridere a chi verrà da fuori città per sorprendersi della bellezza dei nostri Misteri e scoprire la tenacia di questa nostra comunità, capace di ritrovarsi con gioia nella tradizione, per viverla nel futuro che costruiremo insieme.”

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