Ore 16.30. La mozione presentata dalle opposizioni in Consiglio regionale per fare del Vietri di Larino un centro Covid e di malattie infettive passa a maggioranza. Sono bastati 11 voti contro le 8 astensioni e le due assenze a far esultare Pd e M5s ma anche a evidenziare il nuovo, ulteriore, scenario che si è creato a Palazzo D’Aimmo dopo la nomina del quinto assessore in quota Lega, con una maggioranza traballante e al momento debole per Donato Toma. Fra i favorevoli alla mozione ci sono, manco a dirlo, Michele Iorio, Aida Romagnuolo e Filomena Calenda, tre esponenti di maggioranza da tempo in rotta col governatore. Le astensioni di Toma, della giunta e di altri esponenti, fra cui Pallante, Cefaratti e D’Egidio, hanno mirato principalmente a dimostrare non la contrarietà del progetto ma la sua insostenibilità. Assenti il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone e Andrea Di Lucente, due dei sei “dissidenti” che insieme a Calenda, Romagnuolo, Cefaratti e D’Egidio hanno creato un nuovo polo civico in seno alla maggioranza. Il presidente della giunta in questo momento rischia di non avere neanche i numeri per contrastare la mozione di sfiducia annunciata da Vittorino Facciolla. “La nostra regione ha bisogno di un nuovo passo, di una Politica con lo sguardo rivolto ai molisani”, ha detto. Tutto ciò mentre fuori a Palazzo D’Aimmo i comitati cittadini manifestavano a sostegno della sanità pubblica.
Iorio: “E’ una opportunità per il Molise”
“Ho votato convintamente si, per la terza volta, al progetto del centro Covid a Larino. Il Consiglio regionale di oggi si è espresso a favore del piano del commissario ad acta, Angelo Giustini, che sarà presentato a Roma, al Ministero della Salute. Ho ascoltato con attenzione le motivazioni che hanno spinto il governatore Toma, con parte della sua maggioranza (oggi sono rimasti in otto), ad astenersi perché ora non condividono più il progetto a cui avevano dato parere favorevole lo scorso 6 aprile. Alle motivazioni esposte legate per lo più al budget finanziario per il mantenimento della struttura del Vietri negli anni a venire, rispondo facendomi carico della mia esperienza: il compito di un’amministrazione non è quello di evidenziare i pericoli, ma di fare in modo di eliminarli qualora questi si presentino. Ho votato a favore del progetto Covid a Larino perché credo che esso rappresenti una opportunità per il Molise intero in un’area del nostro territorio che è stata fortemente penalizzata. Oggi abbiamo tutti la possibilità di migliorare le potenzialità di quella parte del territorio. Anzi, parlando di sanità, dovremo muoverci il prima possibile anche su Termoli dove rischiamo di essere assorbiti dalle città abruzzesi San Salvo e Vasto. Con questo progetto si realizza ciò che doveva essere dall’inizio: il Molise potrebbe avere un centro dove non sono i pazienti Covid, se affetti da altre patologie, ad essere spostati ad altri i reparti. Ma dovranno essere i medici, gli specialisti, ad andare a Larino per curare la patologia che può presentare un paziente affetto da coronavirus. Senza coinvolgere il resto della sanità pubblica bloccandola, come avvenuto in tutti questi mesi e come sta avvenendo ancora oggi al Cardarelli di Campobasso dove la ripresa delle attività ordinarie appare piuttosto lenta. Non ho avuto la possibilità di scegliere tra il progetto del Commissario ad acta alla sanità e quello della Regione Molise, perché quest’ultima non ha presentato in Consiglio nessun progetto. E il Consiglio è l’organo supremo, l’unico che può procedere all’approvazione di un “atto” per la realizzazione del programma centro Covid, che si possa definire “regionale” come descritto dal decreto ministeriale. Un progetto, quello approvato oggi con 11 voti favorevoli, che non si ferma alla creazione di un centro per l’emergenza ma guarda alla realizzazione di un Istituto di Malattie Infettive interregionale, coinvolgendo ed assorbendo anche parte dei territori di Abruzzo e Puglia. Nel chiudere questa pagina, vorrei ringraziare il presidente Toma per aver letto, come si evince dalle sue parole quando parla di sanità, il mio ultimo Piano Operativo prima di lasciare la presidenza della Regione Molise. Mi fa piacere che lo abbia ripreso e lo abbia fatto suo, perché non essendo riuscito io a realizzarlo a causa della contrarietà del Tavolo Tecnico, spero che oggi possa riuscire lui”.
M5s: “Dato seguito alle richieste di tanti cittadini. Modello misto di Regione e Asrem fallimentare”
“L’atto d’indirizzo votato oggi in Consiglio regionale risponde alle richieste di tanti molisani: cittadini, sindaci, operatori sanitari. Individuare il Vietri quale centro covid è una scelta di buon senso, perché significa dedicare una struttura interamente al virus, quindi recepire le indicazioni ministeriali. Ma vuol dire anche alleggerire il principale ospedale regionale, il Cardarelli di Campobasso, ridando anche fiducia ai tanti molisani che hanno evitato di curarsi nella struttura campobassana per paura del contagio. Il modello misto voluto da Regione Molise e Asrem è risultato infatti fallimentare per bocca di addetti ai lavori e utenti: non si possono costringere i cittadini ad attendere per servizi spesso erogati in un solo ospedale, parliamo di patologie tempo dipendenti, del trauma e oncologiche. Nelle scorse settimane abbiamo incontrato operatori sanitari e tecnici regionali, abbiamo visitato gli ospedali, abbiamo parlato con cittadini e amministratori, argomentando l’importanza del Vietri centro covid quale punto di riferimento per la rete territoriale, la prevenzione, la riabilitazione, e spiegando la sua valenza per ridisegnare tutto il sistema sanitario regionale. Una struttura, tra l’altro, già dotata di un centro di terapia iperbarica e che può accogliere posti di terapia intensiva e subintensiva, strumentazione che oggi è utile al Vietri contro il covid, ma che domani potrà potenziare i servizi di tutti gli altri ospedali pubblici regionali. A questo aggiungiamo i 9 milioni di euro destinati dal Governo nazionale al Molise per assumere personale e realizzare, appunto, nuovi posti di terapia intensiva. Davanti a tutto ciò Toma ha deciso di astenersi. Dopo aver annunciato, in pieno lockdown, la riapertura del Vietri, il governatore ha corretto il tiro, ha smentito, poi ha cambiato di nuovo idea, oggi ha contestato l’ipotesi con vuoti giri di parole. Intanto, però, ancora attendiamo di conoscere i dettagli della sua proposta, quella che finora ha tratteggiato solo per sommi capi sui media. Il Consiglio e i molisani hanno il diritto di conoscere costi, tempi, modi del suo progetto. Finora, invece, solo annunci. La sua astensione neanche ci stupisce: Toma è lontano dalla realtà, è politicamente poco lucido, crede di poter governare da solo, non ascolta i cittadini, né gli amministratori né i consiglieri della sua maggioranza. Con certe scelte, certi silenzi, certi giri di parole, si sta sfiduciando da solo”.
Facciolla: “Toma ha preso in giro molisani e la sua maggioranza”.
“Il Consiglio regionale si è concluso e dopo 5 ore di discussione sulla mozione presentata da noi del Pd unitamente al Movimento 5 Stelle finalmente si è tutti compatti nell’affermare che il Molise vuole un centro covid e ospedale per le malattie infettive presso il ‘Vietri’ di Larino. Sono molto soddisfatto di questo documento unico che è stato votato dalla maggioranza dei Consiglieri regionali a prescindere dallo schieramento di appartenenza e questo dà il senso di un ritorno alla Politica che guarda prima di ogni cosa al bene del territorio. Questo non può assolutamente dirsi per il presidente di questa Regione che ancora una volta, astenendosi dal voto, ha scelto di non scegliere. Ha scelto di nascondersi dietro al dirigente Florenzano accampando scuse inutili e, di fatto, rinnegando sé stesso. Nel corso del mio intervento di oggi in Consiglio ho ricordato al presidente Toma che soltanto lo scorso 6 aprile si era pronunciato (lui e la sua maggioranza) in favore della realizzazione di un centro Covid a Larino mentre oggi lui stesso ha sostenuto che questo non è fattibile per problemi tecnici. A questo punto due sono le cose: o il 6 aprile il presidente ha approvato un atto irricevibile poiché non realizzabile dimostrando quindi di essere un avventuriero della politica, oppure lo scorso 6 aprile il presidente, se sapeva già che il centro covid a Larino era irrealizzabile, ha preso in giro la sua maggioranza e tutti i molisani. Ancora un chiaro segnale di inadeguatezza da parte di quest’uomo posto alla guida della nostra regione, un presidente a cui manca la schiena dritta necessaria a prendere decisioni, un presidente forte con i deboli e debole con i forti al punto da subire passivamente l’imposizione di un assessore da parte della Lega. Un nomina quella di Marone che, come ho detto nel mio intervento, nessuno voleva e nessuno vuole. Si tratta solo dell’ultima scelta scellerata di Toma, completamente sordo alle voci che vengono del territorio. E sarà questo il motivo per cui alla fine di questa battaglia che stiamo combattendo tutti uniti, non ci sarà alcun ospedale Covid a Larino. Spero di sbagliarmi ma credo che sarà proprio così. Noi faremo tesoro del valore che il Consiglio regionale oggi ha espresso con il suo voto nei confronti della nostra mozione e lo faremo valere in ogni sede, ma il presidente Toma dovrà farsi carico dell’ennesima occasione fatta perdere a tutto il territorio regionale. Non ci sarà mai più una simile opportunità di rilancio per la nostra Sanità ed Economia e il presidente con le sue azioni ha ancora una volta mortificato il Basso Molise, il Molise e ognuno di noi”.
Roberti: “Favorevola al centro Covid di Larino ma occorre prima riorganizzare gli attuali ospedali”
“Sono favorevole al centro Covid di Larino, prima però occorre la riorganizzazione degli ospedali molisani e di quello di Termoli”. E’ il commento del sindaco di Termoli Francesco Roberti in merito alla mozione, poi approvata, in consiglio regionale sulla “trasformazione” del Vietri. “Non abbiamo nessuna preclusione – ha continuato Roberti – affinchè Larino diventi un centro di riferimento per le malattie infettive e per il Covid-19, tuttavia prima occorre sistemare gli ospedali molisani con i fondi che abbiamo già a disposizione. Poi se dal Governo arriveranno fondi da stanziare per rilanciare Larino non avremo nessuna difficoltà ad appoggiare questa iniziativa. Bisognerà però verificare se saranno sostenibili i successivi costi di gestione”. Per il sindaco della città adriatica un primo segnale potrebbe arrivare proprio dal commissario alla Sanità Angelo Giustini nel dare precise indicazioni sul ritiro del ricorso che pende sul Punto Nascite dell’ospedale San Timoteo. “Bisogna andare per gradi, – conclude Roberti – è un momento fondamentale per la Sanità. Tenere alta l’attenzione sul Covid senza però dimenticare le difficoltà dei nostri ospedali. Solo avendo dei presidi idonei alle esigenze della popolazione, potremo dedicarci in seguito a una struttura che riesca ad accogliere tutti coloro che avranno bisogno di assistenza specifica perché entrati in contatto con il virus”.