Cardarelli o Vietri centro Covid molisano? Nessuno dei due, il Ministero della Salute ha bocciato le due proposte di Regione-Asrem e Commisarrio ad Acta, rinviando ai mittenti le rispettive idee che vedano da una parte il nosocomio campobassano quale unico punto di riferimento per i ricoveri dei pazienti Covid e dall’altra l’ospedale di Larino quale centro specializzato per le malattie infettive, quest’ultima sostenuta anche da opposizioni e dissidenti di Palazzo D’Aimmo, associazioni e un nutrito gruppo di sindaci. Sarebbe però già pronta la terza proposta, un accordo – un compromesso se vogliamo – fra Regione, Asrem e Struttura commissariale che prevederebbe una rete ospedaliera Covid su tutto il territorio regionale, col Cardarelli che resterà punto di ricovero principale. Il piano prevede inoltre 14 nuovi posti di terapia intensiva da aggiungersi ai 9 già predisposti a Campobasso, ai 3 a Temoli e ai 2 a Isernia. Il Vietri diventerà ospedale specializzato nella riabilitazione, compresa quella post Covid. Saranno potenziate anche le terapie semi intensive, 21 posti distribuiti su tutta la rete. Previsto infine il potenziamento dei tre Pronto Soccorso di Cardarelli, Veneziale e San Timoteo, con la predisposizione di aree “grigie” per i pazienti sottoposti a controlli e tamponi, e percorsi separati.
Iorio: “Decisione anticostituzionale. Ha vinto la testardaggine di Toma”.
“Quanto accaduto per il Centro Covid si presta necessariamente a considerazioni sia di ordine politico che tecnico”, commenta il consigliere regionale Michele Iorio, fra i principali sostenitori di Larino centro Covid e che punta il dito contro il governatore e il Ministero. “Il primo dato che si coglie è il trionfo dei dirigenti e l’assenza della politica. Il principale responsabile di questa situazione ha il nome di Donato Toma che, con quel suo atteggiamento di presuntuosa testardaggine è andato, come sempre, contro la decisione doppia del Consiglio regionale e contro la richiesta di 120 sindaci. Il risultato ottenuto è stata la ridicolizzazione del Molise a Roma e l’obiettivo prefissato che portasse il ministero a decidere di non decidere. Anche il ministero, dal canto suo, non è esente da responsabilità clamorose derivanti da un comportamento anticostituzionale. Mi spiego. Tutti dimenticano che lo Statuto regionale è legge di valenza costituzionale e prevede che la programmazione spetta al Consiglio. Quanto stabilito dal decreto, e cioè che il ministero valuta progetti approvati con atto regionale, tiene presente la valenza costituzionale del dettato che la programmazione di una regione spetta al Consiglio regionale. Un dettato costituzionale che viene completamente stravolto e disatteso da Toma e dallo stesso ministero che, nel prevedere un terzo piano Covid per la Regione Molise forse non considera il fatto che questo dovrà essere sottoposto all’attenzione del Consiglio. Altrimenti sarà impugnabile. In ogni caso il terzo piano, se corrisponde a quanto si apprende dalle testate giornalistiche, rappresenta la soluzione peggiore per il Molise perché coinvolgendo come centro Covid tutti gli ospedali pubblici del Molise decreta un regresso di tutta l’offerta sanitaria pubblica molisana. Insomma, con un sol colpo, abbiamo ottenuto uno schiaffo in faccia come molisani, una figuraccia per il Molise e un atteggiamento anticostituzionale da parte di un ministero che decide al posto di chi ha il diritto costituzionale di farlo. Il tutto condito dalla perdita di un’occasione per la nostra regione ad avere un centro interregionale, nonostante Roma avesse già dato la disponibilità a tale scopo. Le conseguenze per il futuro saranno la distanza tra pazienti e ospedali pubblici, l’aumento della mobilità passiva con conseguente aggravio dei costi per i molisani e l’esistenza di centri misti (Covid e non Covid) ritenuti disastrosi fino a qualche minuto fa per tutte le altre regioni tranne che per il Molise”.