“La poesia è il primo gradino che gli uomini salgono per volare verso il cielo”, così Sua Eccellenza Mons. Angelo Spina, poeta, arcivescovo di Ancona, nell’aprire la celebrazione eucaristica in memoria di Domenico Simi De Burgis, in occasione della giornata della Poesia dal titolo “Poesia senza tempo nel Nostro Tempo“, tenutasi a Guardialfiera l’11 luglio nella splendida Cattedrale che, ormai da decenni, accoglie con il suo garbato stile poeti da ogni dove, ha voluto rendere omaggio alla vita e al ricordo. Un ricordo senza eguali quello che ha anticipato la funzione religiosa e, con le lacrime agli occhi e la voce rotta dall’emozione, è stato scandito alla moltitudine di poeti accorsi da Campania, Molise, Puglia, Veneto da un mai domo Vincenzo Di Sabato.
“I poeti muoiono, la poesia vive eterna“ le parole di Maurizio Varriano accompagnate dalle note leggere e senza tempo di Lino Rufo. Tutto inizia al suono delle campane, ci si raccoglie, una volta usciti dalla porta principale della Casa del Signore retta con dignità dal parroco Don Antonio Antenucci. Il sacrato si riempie di poeti ed amici e le note delle poesie senza tempo nel nostro tempo, raffigurate senza eguali da Antonietta Aida Caruso, iniziano ad aleggiare ed incantare un paesaggio che manca solo del sole diurno. Accompagnati da un vento tanto leggero e tanto amato dai presenti, si sono susseguiti per i saluti l’onorevole Rosalba Testamento, Aida Romagnuolo, Francesca Carnevale, Vincenzo Tozzi, sindaco dei poeti, poi Mons. Angelo Spina ha voluto ricordare a se stesso e a tutti i presenti che la sua ispirazione è fonte di poesia e i poeti sono i traghettatori buoni di uomini in cerca di un Dio che delle sue note poetiche ne fa seme per la buona terra.
Tutto ebbe inizio prima ancora che il male oscuro del secolo ci ritenesse colpevoli di una irragionevole colpa. Per dispetto ci ha relegato in casa e da lì la ricerca di pace ed assoluta certezza che la poesia fa risorgere il Mondo. “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenza, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattro’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbeno tanto offuscate , erano le tue “. Eugenio Montale, mai così vero ed attuale, dà il via alla manifestazione e dopo aver ascoltato la musica della Subart Enseble, un trio formato da voce con chitarra, tastiera e duduc, un raro ed affascinante strumento musicale armeno, che mai manca all’appello venendo dalla vicina Termoli, i poeti sciorinano la loro arte e ritirano i giusti riconoscimenti, anche grazie ai commenti critici di, Maurizio Varriano, Carol Guariscio ed Elèna Varanese ed all’ineguagliabile conforto di Maicol e della sua splendida collaborazione.
Rosalia Ruggiero, Virginia Macchiaroli Mucciaccio, Mina Cappussi per le poesie più lette, Enzo Bacca, Filomena Domini, Teresa Fabiano per quelle più commentate, Pasquale Di Lena, Pina Di Nardo, Rosanna Palazzo per la sezione dialettale, Marilena Ferrante, Mario Antenucci, Iliana Onesti per le poesie visive, Lorenzo Lommano, Carlo Bosna e Giovanni Muccio per le Menzioni Speciali, si susseguono sulle scale sante e la poesia vince, convince e rende unici nell’aggregazione, nella passione e nella commozione. Un susseguirsi di grande afflato partecipativo che “senza tempo, nel tempo sospeso da un mostro all’apparenza invincibile” ha reso magica una serata che ha visto porre i premi posti in essere da Antonietta Aida Caruso nelle magiche forme di opere d’arte, dal Centro Studi 2000 N. Perazzelli, nelle mani dei poeti dal sindaco Tozzi, Romagnuolo, Costanzo Cascavilla, già sindaco di San Giovanni Rotondo e fautore del gemellaggio tra amministrazioni in seno al filo conduttore della poesia, Teresio Di Pietro, Rosalba Testamento, Antonio Vincelli. Un’organizzazione perfetta che ha permesso di godere senza pari le emozioni e le note mai stonate di artisti e poeti che fanno della bellezza un trono mai per governare con lo scettro più “umano e sinuoso al Mondo”, quello della poesia.
Inimmaginabile vittoria contro il malessere del Mondo ed oltre 50.000 lettori, 600 mail, apprezzamenti e pianti, hanno lasciato il segno indelebile sul borgo di Guardialfiera, tanto piccolo quanto incredibile per essere patria di una poesia che grazie a Domenico Simi De Burgis rimbomba in un Mondo che della bellezza, purtroppo, non ne fa più uso ma solo consumo. “T’amo senza sapere come, né quando, né da dove, t’amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti che così, in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è la mia, così vicino che si chiudono i tuoi occhi con il mio sonno “.