Operazione “Alcatraz”, 24 anni di carcere complessivi per 8 indagati nell’inchiesta antidroga

Ore 15.30. Il gup del Tribunale di Campobasso Roberta D’Onofrio ha condannato 8 indagati nell’ambito dell’inchiesta antidroga “Alcatraz”, che ha portato a maggio del 2019 a smantellare un vasto giro di spaccio in città gestito da alcune donne. Sono stati condannati con l’abbreviato: Ramona Mandato, 37enne, a 5 anni e 4 mesi di reclusione e 18mila euro di multa; Maria Stazi, 52enne, a 3 anni e 10 mesi di reclusione e 9.400 euro di multa; Massimo Margiotta, 55enne, a 3 anni e 6mila euro di multa; Salvatore Floris, 24enne, a 3 anni e 4 mesi di reclusione e 2mila euro di multa; Angelo Cierello, 33enne, a 1 anno e 4 mesi di reclusione e 2mila euro di multa; Roberto Piacci, 41enne, a 2 anni e 4 mesi di reclusione e 5mila euro di multa. Condannate col patteggiamento Maria Giovanna Pasquale, 43enne, a 3 anni di reclusione e 12.400 euro di multa e Francesca Venditti, 20enne, a 1 anno e 8 mesi di reclusione. Tranne che per la Mandato, per tutti gli altri è stato riconosciuto il comma 5 ex art. 73 del Dpr 309/1990, ossia la lieve entità delle condotte relativamente nel caso specifico alla modica quantità dello stupefacente. Sono stati inoltre rinviati a giudizio 5 indagati: E.L., A.F., R.C., M.D.M. e A.B. L’inchiesta condotta da Polizia e Procura di Campobasso partì dal traffico di droga e cellulari all’interno del carcere del capoluogo che venivano lanciati esternamente e piombavano dall’alto all’interno della struttura. Gli inquirenti scoprirono gli accordi fra Ramona Mandato e il compagno, che si trovava in carcere, per portare avanti l’attività di spaccio in città, nell’ambito della quale la donna poteva contare anche su alcuni parenti e su altri piccoli spacciatori probabilmente intenzionati ad arrotondare qualche soldo e garantirsi la propria dose quotidiana. In più di una occasione la 37enne avrebbe sfruttato il passeggino del figlio per trasportare lo stupefacente. Numerose le cessioni ad opera degli indagati, documentate dagli agenti di via Tiberio a centinaia di consumatori, in particolare di coca, eroina, crack, marijuana, hashish, metadone e suboxone. La droga veniva acquistata nel Foggiano, confezionata in casa a Campobasso – in alcuni casi sfruttando persino un sistema di videosorveglianza – e spacciata sulla piazza locale.

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