“Nelle richieste del bonus Inps, equiparare sindaci e amministratori comunali ai parlamentari è del tutto assurdo e anche grave sul piano istituzionale”. E’ l’intervento del presidente di Anci Molise, Pompilio Sciulli, dopo la notizia della richiesta del bonus di 600 euro (quello previsto dal Governo per le partite iva per l’emergenza coronavirus) da parte di cinque parlamentari e diversi amministratori loclai, e dopo le forti polemiche sia verso gli uni che verso gli altri. “Sindaci e deputati hanno status e condizioni diverse, sopratutto nei piccoli comuni, ma anche in Enti fino a 15mila abitanti, i sindaci sono poco più che volontari. Carichi di responsabilità e di impegni, con indennità che coprono a malapena le spese di viaggi e spostamenti sul territorio. Nessun pianto, nessun vittimismo, anzi. Nei comuni piccoli e piccolissimi, scrive il sociologo Di Vico, ‘gli Amministratori locali fanno politica senza molte possibilità di carriera e tantomeno di arricchimento, ma quasi sempre per una scelta di impegno pubblico più genuina di quella che purtroppo riscontriamo nelle grandi città o nelle assemblee regionali’. Metterli vicino, anche ‘solo’ in un titolo di giornale, ai parlamentari, non aiuta a distinguere realtà e situazioni diverse in contesti diversi. Ben venga se un sindaco di un comune montano o meno, piccolo o grande, ha chiesto il bonus, circa 5.000 sindaci di Comuni piccoli e piccolissimi prendono indennità pari ai percettori del reddito di cittadinanza. Delle indennità degli assessori e dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali nemmeno parlo perché si arriva a cifre che dovrebbero far vergognare altri, non loro. Ma non basta. I sindaci e gli amministratori, nella fase di lockdown, hanno costituito la spina dorsale della Repubblica lavorando per settimane e settimane da soli, nelle loro comunità, con responsabilità immani’. Evitiamo l’antipolitica e il fango nel ventilatore a tutti i costi. Passare con un rullo sopra a ogni livello istituzionale e alle articolazioni territoriali dello Stato è proprio quello che oggi non serve al Paese”.
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