Una leggerezza. La definisce così il sindaco di Campobasso la richiesta del bonus di sostegno al reddito tramite la Cassa Forense – poi donato in beneficenza, come da lui sostenuto due giorni fa, – a seguito del polverone alzatosi nelle scorse ore. Forti critiche sono arrivate dai suoi cittadini e dalle forze politiche opposte, ma anche da rappresentanti dello stesso Movimento 5 Stelle che Gravina rappresenta. Colpevole, secondo i più, di aver fatto beneficenza con i soldi dello Stato e dei cittadini stessi che andavano al di là della sua indennità di sindaco, Gravina ha chiesto scusa, pronto a riconquistare la fiducia delle persone e alle decisioni che vorrà prendere il Movimento in seguito a questo episodio. “Finire al centro di una polemica in parte alimentata dallo stesso gruppo politico al quale si appartiene rende tutto più facile per gli avversari e tutto più difficile per i colleghi e per il sottoscritto“, ha dichiarato Gravina. “Ne sono consapevole, così come consapevolmente devo ammettere di essere stato affrettato forse perché concentrato su questioni più urgenti. La richiesta del contributo pietra dello scandalo l’ho fatta nonostante fossi molto combattuto e alla fine mi sono determinato nel richiederlo commettendo un errore di opportunità. Sia chiaro: la richiesta non ha sottratto nulla a nessuno, poiché il contributo è stato concesso dalla Cassa di appartenenza del mio ordine professionale ed erogato a tutti – e sottolineo tutti – gli aventi diritto ovvero coloro che si trovassero nelle condizioni reddituali per poterlo richiedere. In quel momento, mi sembrava di mettere a disposizione di chi aveva più difficoltà, un mio diritto. E veniamo al punto: che siano stati destinati in beneficenza non avrei mai voluto dichiararlo, perché concordo con quanti dicono che gli atti di liberalità si fanno nel silenzio ma ad una precisa domanda non posso non dire la verità, anche quella più riservata. Il mio errore è frutto di un gesto compiuto senza considerare come oggi, con il ruolo che rivesto con grande onore e orgoglio, ogni scelta anche personale richieda un’attenzione ineccepibile, nel rispetto, innanzitutto, di chi rappresento. Attendo quindi ogni decisione che il Movimento vorrà assumere, consapevole comunque di aver agito in buona fede e avendoci messo subito la faccia, perché non ho mai voluto nascondermi dietro un dito, come molti oggi fanno, dimenticando tanto, troppo della loro storia personale e politica. Ho commesso una leggerezza della quale mi scuso e a chi ha sempre creduto in me dico semplicemente che non mi risparmierò fino al termine del mio mandato, perché tutto voglio fuorché deluderli e se alcuni di loro lo sono dopo questa vicenda, spero di riconquistare presto la loro fiducia. E non perché ne faccia una questione di candidatura ma di semplice dignità personale.”
La nota postata ieri su Facebook da Andrea Greco: “Da lui non me lo sarei aspettato”.
Prima delle dichiarazioni di Gravina, nel tardo pomeriggio di ieri il consigliere regionale Andrea Greco aveva criticato la mossa di Gravina, spingedolo di fatto a fare ammenda.
“Il mio silenzio sulla vicenda del bonus Covid da 600 euro ha una sola motivazione: aspettare le scuse pubbliche di alcuni portavoce nei confronti dei cittadini. Scuse che ad oggi, però, non sono arrivate neanche da rappresentanti delle istituzioni che “militano” nel MoVimento. Di conseguenza trovo giusto raccontarvi ciò che penso nonostante le dita sulla tastiera pesano come macigni, ma Pertini avvertiva che “la coerenza è comportarsi come si è, non come si è deciso di essere”.
Prima di ogni doverosa riflessione, voglio dire che la politica è quel mondo strano dove spesso tutti accorrono quando ci sono momenti belli, mentre tutti fuggono di fronte alle fisiologiche difficoltà. Non intendo farlo per onestà intellettuale, e per il fatto che io sono stato una delle persone che accanto a Roberto Gravina ci ha messo la faccia chiedendovi fiducia. Per cui regola numero uno: non si scappa di fronte ad un fatto simile. Le prime cose da fare sono piuttosto chinare il capo, cospargerselo di cenere e chiedere scusa, cosa che tutti ci aspettavamo di sentire.
Senza giri di parole, non mi è piaciuto leggere il suo nome tra i beneficiari di quella misura di sostegno al reddito. Un fatto che mi sarei aspettato da un qualsiasi esponente della Lega, da un sindaco del PD, non da una persona dalle spiccate qualità umane come Roberto.
Il bonus di cui tanto si parla in questi giorni era destinato a liberi professionisti davvero in difficoltà, i quali hanno subito un calo del fatturato di certo non dovuto a un loro eventuale secondo impiego, tra l’altro ben retribuito come quello da sindaco di Campobasso.
Parliamo di una misura pensata e voluta dal Governo in un momento di straordinaria difficoltà e che, come detto dall’amico e Ministro Luigi Di Maio, serviva per mettere al sicuro chi da un momento all’altro si trovava ad affrontare un’emergenza sanitaria ed economica col rischio di non percepire alcun reddito.
Certo, la legge permetteva di percepire il bonus anche a politici e amministratori locali, ma un passo indietro in tal senso sarebbe stato gradito a tutti, durante una pandemia.
Un dovuto passo indietro che, a differenza di altri, hanno fatto i miei colleghi Vittorio Nola e Valerio Fontana, possibili percettori del bonus.
La verità è che ognuno sceglie i propri modelli di riferimento, e il MoVimento 5 Stelle fonda le sue radici e il suo successo su comportamenti diametralmente opposti da questi. Se dovessi smettere di indignarmi per questi accadimenti dovrei smettere di fare politica, con tutto che c’è una differenza abissale tra un amministratore locale e un deputato, o un assessore regionale.
Non chiedetemi quali saranno le conseguenze di tutto ciò, perché il MoVimento ha organi preposti a vagliare queste situazioni. Quello che posso dire è che questo maledetto Covid ci ha portato via tante cose, ma non gli permetterò di portarci via i nostri ideali fondanti e i nostri sogni, né lo permetterò ai detrattori e parassiti che vogliono vederci scomparire, perché sono gli stessi che la nostra terra se la sono sbranata”.