Il giorno 9 ottobre, dalle ore 18.30, nella Chiesa di Sant’Antonio a Termoli, viene presentato il libro collettaneo “Il coraggio di esplorare – Charles de Foucauld: nuovi orizzonti spirituali per le giovani generazioni” a cura degli autori Fusco, Novelli, Pazienza, Potenz, Scelsa e Telesca. Charles de Foucauld (Strasburgo 15 settembre 1858/ Tamanrasset 1 dicembre 1916), ricco, nobile, geografo famoso, ufficiale dell’esercito francese, poi sacerdote, monaco, mette tutto in discussione e va a vivere in Algeria tra gli ultimi, tra i poveri schiavizzati dal colonialismo imperialista francese. Cosa vuole indicare il titolo del libro collettaneo “Il coraggio di esplorare”? Esplorare cosa? Forse conoscere frontiere e culture nuove? Forse penetrare nel profondo di noi stessi, della nostra anima? Sicuramente l’esplorazione ci pone di fronte a frontiere sconosciute; ci mette nella condizione di affrontare ostacoli nascosti; suppone la possibilità di trovarci dinanzi a muri difficilmente scavalcabili; presume l’eventualità di imbatterci in barriere, le quali ci spingono quasi a pentirci di esserci messi in cammino per esplorare nuovi scenari, nuovi orizzonti.
Non c’è dubbio, però, che l’esplorazione ci sollecita a fare i conti con gli altri, che molto probabilmente noi consideriamo diversi, quasi sempre ostili. Negli ultimi anni di vita, tra Beni Abbès – tra l’Algeria ed il Marocco – e Tamanrasset – al confine tra l’Algeria e il Mali ed il Niger, – quindi molto più a sud e a contatto con le popolazioni più povere ed emarginate dal colonialismo francese, Charles de Foucauld è stato in grado di liberarsi della mentalità occidentale dell’evangelizzatore cristiano, emancipandosi dall’atteggiamento di superiorità dell’uomo occidentale nei confronti delle popolazioni africane; lo ha fatto ponendo al centro del suo interesse quotidiano l’uomo nella sua essenzialità. Di qui, all’evangelizzazione Charles de Foucauld ha sostituito la prassi del reciproco riconoscimento delle rispettive culture, delle tradizioni e delle letture interpretative della Storia. Partendo da questa concezione, lui, antesignano dell’abbattimento di tutte le barriere razzistiche, che discendono da filosofie securitarie, si è definito “fratello universale”, applicando alla vita quotidiana il convincimento che siamo tutti sottoposti ad eguale destino e che le differenziazioni, legate ad una interpretazione unilaterale della Storia, vanno tutte buttate al vento. A conclusione della presentazione del libro, seguirà il dialogo fra gli autori ed il pubblico presente.