«Sono fortemente contrario ad alcune norme contenute nel nuovo decreto firmato dal presidente Conte. Perché chiudere attività che rispettano il distanziamento? Già nei mesi scorsi bar e ristoranti, ad esempio, hanno ridotto capienza e applicato fermamente le regole. Perché accanirsi? Meglio sarebbe stato applicare controlli più serrati e punire chi usciva fuori dal perimetro normativo. Con il giusto distanziamento che motivo c’è di chiudere? Si può stare seduti ore in treno distanziati o su trasporti pubblici meno distanziati e in cinema, teatro e locali no. Io fatico a comprendere la logica dei provvedimenti. Il Paese è arrivato a questa seconda ondata stanco, se non si dà una prospettiva di uscita sarà difficile contenere il disagio sociale. La Conferenza delle Regioni, con il presidente Bonaccini, ha fatto un lavoro enorme a tutela dei cittadini, il Governo ascolti di più chi quotidianamente lavora sul territorio. E, soprattutto, dia ristoro economico veloce e adeguato a chi, da domani, sarà nuovamente penalizzato». Così il presidente della Regione Molise, Donato Toma, in relazione all’ultimo Dpcm.
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