Carenze di personale, di strutture e mezzi adeguati, e mancato rispetto degli impegni assunti. Sono i motivi che hanno spinto i sindacati – Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials-Confsal, Fsi-Usae, Nursing Up – a proclamare lo stato di agitazione nei confronti dell’Asrem. “Il diritto alla salute dei cittadini – scrivono i rappresentanti in una lettera firmata – si misura attraverso la qualità delle prestazioni sanitarie erogate e diventa esigibile quando, nelle unità operative ospedaliere e territoriali, sono presenti tutti i professionisti previsti e presidi necessari per assistere l’ammalato in sicurezza. La salute si tutela anche adeguando le strutture e indicando percorsi logici per evitare assembramenti come spesso sta accadendo dall’inizio della pandemia da Covid-19. Invece nelle nostre unità operative ospedaliere e territoriali, e nelle sale operatorie, nel pronto soccorso degli ospedali di Campobasso, Isernia, Termoli e Agnone, nelle prestazioni del 118, non vi è personale a sufficienza per garantire la copertura dei turni h24 con relativa assistenza sanitaria in emergenza/urgenza perché talvolta mancano spazi adeguati per visitare i pazienti in sicurezza“.
Sindacati: “Personale costretto a turni di 12 ore e straordinari non retribuiti”.
Continuano i sindacati: “La carenza di strutture, di strumentazioni adeguate e di personale sanitario, tecnico ed amministrativo, aggravata dalle assenze epr infortunio sul lavoro, malattia, congedi straordinari e limitazioni varie, non permette più di programmare i turni di servizio facendo saltare puntualmente anche la programmazione dei riposi e delle ferie. Di contro l’Asrem obbliga il personale in servizio ad effettuare turni di servizio di dodici ore consecutive e dove non basra il turno ordinario si ricorre a turni straordinari di reperibilità introdotti all’occorrenza“. Nonostante gli appelli e le segnalazioni agli organi preposti, la situazione resta invariata. “La Regione Molise, la Direzione strategica dell’Asrem, la Direzione della Salute ed il Commissario alla sanità non intendono farsi carico concretamente a trovare le soluzioni definitive. Ecco perché il sindacato si vede costretto a proclamare lo stato di agitazione di tutto il personale. I professionisti della sanità – medici, infermieri, ostetriche, oss, ausiliari, tecnici di radiologia e di laboratorio, fisioterapisti e dietiste, autisti di autoambulanza e personale amministrativo – non possono più subire imposizioni di orari in contrasto con il CCNL lesivi della loro dignità professionale senza alcun riconoscimento economico. Non è raro evidenziare nei riepiloghi degli orari fatti in straordinario il superamento di 300/400 ore non retribuite e residui di centinaia di giorni di ferie non godute. La buona volontà e la pazienza non bastano più. Adesso denunciamo pubblicamente l’immobilismo di un Governo regionale e di una Direzione strategica non curante della sanità che mette a rischio la salute dei cittadini continuando a chiedere sacrifici ai propri lavoratori“.