In occasione del Natale, il messaggio di auguri del presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone:
“Sta per concludersi un anno insolito, difficile, fatto di giorni pieni di un tempo dilatato, surreale, impossibile. Un tempo infinito in cui sembra di vivere sospesi, sempre con il fiato corto e un nodo in gola. Incertezze improvvise, paure nuove, ansie continue. Un tempo che ha scritto pagine di storie, un pezzo di storia delle nostre vite, oltre che un pezzo di storia dell’umanità. Quel capitolo di storia delle scelte e delle responsabilità di ciascuno, di storia delle scelte della collettività.
Libertà limitate, economia mondiale bloccata, un’emergenza sanitaria, economica e sociale che soggiacciono al bene Vita ed alla tutela della salute pubblica. Sforzi immani e duri sacrifici che ci vengono richiesti, con smisurata responsabilità e con enorme senso civico, azzerando il contatto fisico, il senso di un abbraccio, di una carezza nei confronti dei nostri più cari affetti.
All’improvviso, il blackout totale che ha purtroppo anche portato via tante, troppo persone prematuramente senza che abbiano potuto condividere la malattia con i loro cari, né un’ultima carezza nell’ultimo tratto della loro vita. Lunghi mesi che, nel buio più pesto, hanno intravisto barlumi di luce e speranza nella riscoperta delle fondamentali priorità del vivere e la centralità dei rapporti umani, capaci di abbattere qualsiasi barriera di distanza fisica e di scaldare i cuori, facendoci sentire vicini anche in un momento in cui la distanza sembra incredibilmente l’unico modo per restare uniti.
Centralità che si incarna in coloro che stanno lavorando instancabilmente e silenziosamente per tutti noi in prima linea, con spirito di solidarietà, di collaborazione, di unione e per mezzo della propria dedizione, spesso segnati da occhi provati ed un carico lavorativo ed emozionale immane. Coloro che non hanno fatto mai mancare sorrisi e calore ai nostri anziani, alle persone bisognose, ai pazienti, ai disabili gestendo questa battaglia contro il Coronavirus in modo incredibile, divisi tra stanchezza, forza e tenacia.
Un meraviglioso esercito di competenze e professionalità che, ogni giorno in mezzo a questa tempesta, affronta le avversità ed i pericoli per farci da scudo e diventando anche punti fermi di riferimento per quel qualcuno lontano dai propri familiari, indossando il più alto valore che l’uomo possa esprimere: la passione per la vita, il sacrificio per l’altro, il senso di protezione che ci riportano a quel tenero abbraccio che ora ci è precluso e che fa pensare a quell’abbraccio della scrittrice Dacia Maraini in cui afferma: “Lo sguardo alle volte può farsi carne, unire due persone più di un abbraccio”.
Voi tutti combattenti rappresentate all’interno degli ospedali, delle scuole, dei supermercati, delle nostre comunità, delle vostre e delle nostre famiglie, delle aziende in cui lavorate, la concreta possibilità di assicurarci servizi, beni di ogni genere, sicurezza pubblica, diritto alla salute, diritto all’istruzione, diritto all’informazione, oltre che aiuto fondamentale agli anziani, ai malati, alle persone fragili di essere ascoltati, di trovare conforto e rifugio nelle vostre sapienti mani e speranza nei vostri occhi.
Migliaia di attese vengono riposte nelle vostre azioni quotidiane da parte di ognuno di noi, delle nostre comunità. Avete tra le mani e nel cuore l’importante impegno di garantire e preservare il nostro presente e il nostro futuro, nonché di essere custodi di quella memoria che si impersona negli anziani che rappresentano un pezzo di storia vivente della nostra regione e della nostra Italia, uno scrigno prezioso di valori umani, culturali e civili contenente un patrimonio di storie, tradizioni e saggezza che hanno tramandato alle loro famiglie, alle loro comunità di appartenenza come insegnamento e linee guida per le nuove generazioni, affinché, dalle esperienze del passato, imparino e riescano a costruire un futuro sempre migliore.
Poi, dall’altra parte della barricata ci sono altri combattenti anch’essi in prima linea. I caregiver, le associazioni di volontariato, le strutture socio-sanitarie, tutti, nessuno escluso. Genitori che si occupano dei figli piccoli, barcamenandosi tra video lezioni, turni lavorativi, compiti, isolamento, casa. Genitori di figli con disabilità fisica e/o psicofisica in isolamento. Figli che si occupano dei genitori anziani. Nonni che generosamente collaborano nelle famiglie per contribuire a gestire la complessa quotidianità di genitori impegnati con lo smart-working e di nipoti con le lezioni a distanza. Ancora nonni che, con i lori risparmi o le loro pensioni, corrono in soccorso di quei figli che in questa crisi hanno perso anche il lavoro.
Questa è diventata la nostra normalità e da qui dobbiamo ripartire per costruire, passo dopo passo, il nostro futuro, un futuro nuovo, diverso. In questi lunghi mesi abbiamo aggiunto esperienza in più al nostro vivere come lezione di vita, riscoperta di valori essenziali e di priorità. La nostra nuova forza deve partire dall’essere resistiti, nell’aver affrontato la pandemia, esserci riusciti senza che nessuno ci dicesse cosa fare e come farlo, ritrovando la forza di proporre soluzioni e di essere stati soggetti attivi e responsabili della nostra vita e delle nostre comunità e di essere, infine, cresciuti superando queste difficoltà.
Ritrovare la capacità di riprendersi e uscirne più forti. Credere in noi, nella passione ritrovata, nella voglia di unirci per fare meglio, nel trasformare le difficoltà in resilienza e forza. Ognuno ha dimostrato di poter dare tanto a sé stesso ed agli altri, ora con la stessa caparbietà e lo stesso desiderio, scriviamo con amore, speranza, buon senso e responsabilità la nostra rinascita, tutti insieme.
Questo è il mio più sentito augurio e desiderio per il Santo Natale e il Nuovo Anno che ci attende e il mio grande e avvolgente abbraccio per tutte le famiglie molisane, specialmente per quelle che hanno perso un familiare, un proprio caro, un amico o che hanno vissuto momenti di difficoltà e preoccupazioni per il futuro”