Si dice che i figli so’ piezz’e core. E gli animali domestici, cani e gatti in testa, sono come figli. Al punto da costringere i loro padroni a cambiare le loro abitudini o stravolgere le loro giornate. E possono arrivare persino a “sequestrarli” in casa. E’ quanto successo a Marta, libera professionista 45enne originaria di Ferrazzano ma domiciliata ormai a Pescara, che dopo essere tornata in Molise insieme ai suoi tre amati gatti per restarvi durante il periodo delle festività, non è riuscita a ripartire per l’Abruzzo perché uno dei mici, Oliver, dal pelo rosso, di andarsene non ne vuole sapere. Abituatosi al Molise e alle accoglienti mura domestiche dell’abitazione di Ferrazzano, l’idea di finire in “gabbia” all’interno del trasportino per il viaggio lo fa fuggire in angoli nascosti della casa. Al contrario dei suoi due simili, che invece non hanno fatto i “capricci”. Il problema per Marta è che non si è trattato di un disguido di alcuni minuti o di qualche ora. Questa situazione sta andando avanti da almeno tre giorni, mentre il lavoro per lei chiama. L’epilogo ha visto la molisana costretta a rinviare la partenza e di conseguenza i suoi impegni professionali. “Sono tre giorni che ho le valigie in macchina e ripeto sempre lo stesso iter“, ci racconta. “Chiudo acqua e gas, sono pronta per partire, ma niente, lui non vuole farsi prendere“. E la partenza slitta ancora. “Ho provato anche a mettergli del cibo nel trasportino, ma è furbo, allunga una zampina e lo porta via. Se mi avvicino scappa“. Impossibile lasciare il gatto a qualcuno, visto peraltro l’amore viscerale che lega il micio alla sua padrona. La sentenza di Oliver è segnata: vuole restare in Molise. Probabilmente una ulteriore spiegazione a questa “disobbedienza” ci sarebbe e aggiungerebbe del comico a una situazione surreale. Sembrerebbe infatti che alla base del cambio di umore, rispetto all’inizio, del suo amato animale domestico ci sia un potenziale scambio di persona. Pardon, di gatto. Non molto tempo fa il micio, come ci racconta Marta, si è allontanato una sera, facendo perdere momentaneamente le sue tracce. Per ritrovarlo nei giorni successivi, grazie anche alla segnalazione di alcuni vicini, che pare lo avessero notato più volte gironzolare in zona, avrebbe utilizzato del cibo e una gabbietta che si chiude automaticamente una volta che il gatto, appena entrato, schiaccia un pedale. Ora il dubbio per la professionista molisana è che non si tratti del suo Oliver. Insomma, pelo e colore sono identici, ma di carattere appare molto più pauroso. Che sia davvero incappata in errore? Se così fosse, Oliver o il suo sosia sarebbe comunque molto più molisano che abruzzese, visto la resistenza a partire. Intanto i giorni procedono e per Marta, come dice un vecchio detto – ed è proprio il caso di dirlo, – questa è una bella gatta da pelare. Riuscirà a partire?
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