“Te ne sei andata anche tu, cara compagna Loredana, che per noi tutte donne della CGIL sei stata maestra di vita.
Ci hai insegnato a lottare per i diritti delle donne, senza arrenderti mai di fronte alle difficoltà.
Proseguiremo nel tuo impegno con la tua stessa determinazione. Ci dicevi sempre che le conquiste raggiunte vanno presidiate e tenute vive nella memoria, per trasmettere ai giovani quanto sono costate.
Queste tue parole saranno per noi un viatico: agiremo determinate a lasciare il testimone alle nuove generazioni .
Ci piace pensare che sarai sempre accanto a noi, infondendoci coraggio e speranza per il futuro.
Ciao Loredana dalle compagne della CGIL del MOLISE”
Il ricordo di Michele Petraroia.
<Hai amato l’Umanità e lottato per la giustizia sociale. Ti sei battuta per i diritti delle Donne e per la dignità dei lavoratori. Nella tua casa hai accolto il Mondo e orientato tanti giovani allo studio, all’arte e alla cultura. Sei sempre corsa in aiuto di chiunque avesse bisogno. Non ti sei mai arresa continuando ad essere una concreta Testimone degli intramontabili ideali di fraternità, uguaglianza e libertà. Il tuo esempio illuminerà i nostri passi!>.
“Sua mamma era un’ostetrica, e come altre colleghe, nel dopoguerra scelse di trasferirsi da Modena in Molise con tutta la famiglia. Un’emigrazione controcorrente, come la vita di Loredana trascorsa tra Ufficio Legale dell’INPS e lotte sociali, impegno culturale e militanza socialista. Nella Terra magistralmente descritta da Francesco Iovine in cui la COSTITUZIONE rimaneva in penombra, la sua Ripalimosani aveva scelto la Repubblica e già dalle prime elezioni libere aveva affrontato con la schiena dritta la borghesia locale senza mai desistere o arretrare. Animata da una straordinaria umanità, Loredana si è battuta concretamente nel sindacato, sul posto di lavoro, nella sua comunità e in tante associazioni, per avvicinare il Molise alla modernità contro ogni umiliazione, negazione di diritti o limitazione di libertà. Pragmatica e appassionata anteponeva l’azione alle dissertazioni e non c’era questione di ingiustizia sociale che non viveva con un’intensità emotiva straordinaria come sanno i tanti che hanno avuto la fortuna di incrociarla. Mi annovero tra chi ha avuto l’opportunità di sentirla sempre al proprio fianco, durante e dopo il triste epilogo della Vertenza Foreste Molisane a metà degli anni Ottanta. Da allora non ci siamo più persi di vista condividendo il gelo del piccolo locale in cui in quegli anni riaprimmo la sede sindacale ed i grandi ideali per i quali si è lottato e si lotta per dare voce, diritti, opportunità e tutele a chi non ne ha. Se n’è andata via nel giorno in cui l’Italia approvò la normativa per il voto alle Donne. Voglio considerarlo un segno che suggella una vita spesa sempre dalla stessa parte.”