Nella mattinata odierna a Campobasso, nei pressi del monumento dedicato ai caduti in servizio della Polizia di Stato, nel Piazzale Palatucci, adiacente alla sede della Questura, si è svolta una cerimonia commemorativa in occasione dell’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ex Questore di Fiume, Medaglia d’Oro al Merito Civile, riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei stranieri e italiani e celebrato quale Servo di Dio dalla Chiesa Cattolica per aver testimoniato con il martirio la propria fede.
La cerimonia è stata officiata dal Cappellano della Polizia di Stato Don Francesco Rinaldi, alla presenza del Questore Giancarlo Conticchio, di una rappresentanza della locale sezione A.N.P.S. e dell’organizzazione di volontariato dell’A.N.P.S., nonché dei dirigenti e funzionari della Questura e degli altri Uffici della Polizia di Stato della provincia e dei rappresentanti sindacali della Polizia di Stato e dell’Amministrazione Civile dell’Interno. La ricorrenza, che coincide con il “Giorno del Ricordo”, in cui si celebrano le vittime delle foibe, è stata celebrata con una cerimonia svoltasi in assenza di pubblico e nel pieno rispetto delle misure anti-covid.
Dopo l’esecuzione del “silenzio”, per rendere omaggio a coloro che indossando l’uniforme hanno sacrificato la propria vita, è stato piantato un ulivo ed apposta una targa in memoria del valoroso Questore di Fiume, che il 10 febbraio 1945 perse la vita a soli 36 anni nel campo di concentramento di Dachau, dove era stato internato dai nazisti con l’accusa di aver cospirato “con il nemico”. Durante la sua permanenza alla Questura di Fiume, Giuseppe Palatucci ebbe modo di salvare numerosi ebrei dalla cattura e dalla futura deportazione. Nato a Montella in provincia di Avellino, i suoi studi lo condussero ad intraprendere la carriera di funzionario di polizia.
Trasferito alla Questura di Fiume, fu dapprima responsabile dell’Ufficio Stranieri e poi nominato Questore Reggente. Durante il suo percorso lavorativo ebbe modo di constatare quale fosse l’impatto delle leggi razziali sugli ebrei e per tale ragione, grazie anche all’incarico ricoperto, ebbe la possibilità di salvare dalla morte certa migliaia di persone. In una frase tratta da una lettera ai genitori, si può racchiudere l’alto valore rappresentato per tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato da Giovanni Palatucci con il proprio esempio di uomo e di poliziotto: “Ho la possibilità di fare un po’ di bene, e i beneficiati da me sono assai riconoscenti. Nel complesso riscontro molte simpatie. Di me non ho altro di speciale da comunicare.”