Mentre le comunità di Campobasso e Ferrazzano piangono e si interrogano sulla tragedia di due giorni fa, in una lettera – postata anche sui social – risuonano ancora più strazianti le parole della mamma di Filippo in ricordo del figliolo morto suicida nei pressi della sua abitazione. Il giovane da oltre due anni era rimasto coinvolto in una vicenda giudiziaria che lo vedeva indagato per un presunto episodio di violenza sessuale ai danni di un’amica che si sarebbe verificato la mattina di Capodanno, nel 2019, a Campobasso. Accuse che aveva sempre respinto. Nonostante il pubblico ministero, al termine delle indagini, avesse chiesto l’archiviazione del caso, il giudice a fine gennaio non aveva accolto la richiesta, ritenendo necessario che la questione venisse discussa in fase processuale. Probabilmente il ragazzo non ha retto di fronte a tale decisione, vedendo riaprirsi un incubo senza fine, decidendo di farla finita.
“Sin dal primo attimo in cui mi sono resa conto di essere in dolce attesa di te, Pippo, hai colmato di gioia la mia esistenza e ho cominciato a disegnare, nella mia mente, il tuo futuro, sperando che tu potessi assaporare soltanto le esperienze più belle. Dal momento della tua nascita, poi, insieme al tuo papà, ti ho accompagnato lungo il cammino della vita. Una vita che doveva essere lunga e radiosa. Giorno dopo giorno, la tua gentilezza, la tua bontà, la tua educazione, l’affetto ed il rispetto che nutrivi per i tuoi genitori, per tuo fratello, per i nonni, per tutti i nostri familiari ed anche per i tuoi amici, hanno riempito di gioia i nostri cuori. Tutti i traguardi che raggiungevi, con l’umiltà e la timidezza che sempre ti caratterizzavano, erano per noi motivo di grande fierezza: avevi voglia di imparare tante cose, di metterti alla prova, di conoscere, di guardare avanti. Un destino crudele; crudele e non meritato, ha scelto per te un’altra strada, strappandoti prematuramente dalle mie braccia ed impedendomi di continuare a percorrere con te lo stesso cammino. Nessuno più mi chiamerà mamma con la tua dolcezza ed il tuo garbo. Pippo, ti ho partorito, amato, curato e protetto, per ventidue anni: eri il mio orgoglio e la mia felicità! Questa immane tragedia è assurda e inaccettabile. Sono stravolta dal dolore e so che, d’ora in poi, dovrò lottare, giorno per giorno, per sopravvivere: tu, angelo mio, rimani accanto a me e non lasciarmi mai. La tua mamma“.