Medicina territoriale indebolita e rete di servizi socio-sanitari inadeguata, conflitti fra autorità politiche e sanitarie, gestione del piano vaccini discutibile: in una lettera indirizzata al presidente della Regione, Donato Toma, e al Ministro della Salute, Roberto Speranza, un gruppo di cittadini, professionisti, amministratori ed ex rappresentanti istituzionali mette in luce i problemi dell’emergenza sanitaria in Molise e chiede di superare le criticità, anche alla luce dell’accertamento delle cosiddette “varianti” del coronavirus. Di seguito il testo della lettera.
Sig. Ministro, Egregio Presidente,
in questi lunghi mesi, vissuti sotto l’assedio del coronavirus, abbiamo svolto molte riflessioni sul nostro sistema sanitario regionale, sui suoi difetti e sulle sue virtù.
Abbiamo visto che una buona medicina territoriale riesce a proteggerci meglio, in ogni circostanza e soprattutto in caso di pandemia.
Abbiamo capito che con una robusta rete di servizi socio-sanitari si possono monitorare tutti i cittadini, individuare i contagi, frenare la trasmissione del virus, assistere tempestivamente i malati, ridurre il numero dei ricoveri in ospedale e in terapia intensiva, salvare vite.
Per esprimere un giudizio oggettivo sui risultati ottenuti nei diversi modelli sanitari presenti del nostro paese, abbiamo considerato tre regioni amministrate dal centro destra:
– la Lombardia, che negli ultimi decenni ha smantellato la rete sanitaria sul territorio per canalizzare le risorse finanziarie verso gli ospedali privati, è stata travolta dalla pandemia;
– il Veneto, con le case della salute e una discreta integrazione dei servizi socio-sanitari, ha retto l’urto;
– il Molise, che ha una percentuale di posti letto privati per acuti superiore alla Lombardia, e, per posti letto di terapia intensiva, è seconda solo al Lazio, non ha potuto contare su una medicina territoriale adeguata e si è trovato scoperto su tutti i fronti.
In questa drammatica situazione in Molise le decisioni assunte, purtroppo, non sono riuscite a indicare un unico Centro Covid-19 Interregionale, hanno creato una promiscuità pericolosissima negli ospedali di Campobasso, Isernia e Termoli e non hanno garantito il tracciamento e il conseguente contenimento dei contagi sul territorio.
Nella stessa comunicazione quotidiana dei dati relativi ai contagi, la ASReM e il governo regionale si sono affidati alla cabala.
Solo così si può spiegare il recente, repentino passaggio dalla zona gialla alla zona rossa per tutto il Basso Molise.
Le recenti dichiarazioni del Prof. Ricciardi sulla situazione Molise, con i suoi 308 decessi dall’inizio della pandemia, con 1600 positivi attuali e 1600 in isolamento fiduciario, che asserisce “la percentuale del 40/50% di decessi sul totale dei ricoveri per Covid-19 è troppo alta” e necessita di interventi urgenti, tra cui quello di aumentare e sequenziare di più i tamponi effettuati per rilevarne le variabili, aumentano l’inquietudine.
Identica è l’approssimazione nell’allestire i posti letto di terapia intensiva e Malattie Infettive, i ritardi (oltre sei mesi dal bando) nel reperimento di figure infermieristiche e mediche urgenti.
Non ultima, segnaliamo la lentezza nella definizione di un piano efficace di vaccinazione, ritardi nell’approvvigionamento, difficoltà nella individuazione della platea degli aventi diritto secondo le priorità ed invio alla somministrazione.
Ma non è tutto.
Il perenne rapporto conflittuale tra il Direttore Generale ASREM, il Presidente della Regione e il Commissario ad acta ministeriale mina alla base la definizione di un piano condiviso tra Regione, Stato, ASREM e Autorità sanitarie locali, indispensabile per arginare e sconfiggere la pandemia da Covid-19.
Questo disastro, dovuto principalmente al lavoro discutibile e approssimativo dell’Azienda Sanitaria Regionale ed all’assenza pressoché totale del Commissario ad Acta, ha consentito a rappresentanti della maggioranza consiliare di provare a organizzare una raccolta di consensi in cambio di tamponi che l’ASREM avrebbe dovuto garantire. Si tratta di un fatto gravissimo che offende la dignità dei cittadini e rischia di legittimare un meccanismo pericoloso di “carità istituzionale”. Il Presidente della Regione deve assolutamente intervenire per richiamare gli eletti alla loro etica comportamentale e a diffidarli dal mantenere simili atteggiamenti.
Tocca a lei, Sig. Presidente, in questa delicatissima contingenza, attivarsi per:
– procedere alla somministrazione dei tamponi a tutti i cittadini molisani, per tracciare e contenere i contagi con criteri scientifici, compreso il sequenziamento delle variabili;
– adottare un piano razionale e trasparente per vaccinare presto i cittadini contro il coronavirus;
– risparmiare al Molise la vergogna di diventare il laboratorio di pratiche clientelari abiette.
Al Ministro della Salute chiediamo un autorevole e non più rinviabile intervento volto a ripristinare un leale e collaborativo rapporto tra Ministero e Regione Molise, sciogliendo conflitti e/o rimuovendo ostacoli, nella gestione della delicata materia della tutela della salute dei cittadini.
I firmatari:
Lorenzo Coia già Presidente Provincia di Isernia
Loris Amoruso Dipendente FIAT
Francesca Ciarla Sociologa
Domenico Ciarla Pensionato Banca Intesa
On. Famiano Crucianelli già Sottosegretario agli Esteri
Antonio D’Ambrosio già Presidente Consiglio Regionale
Nicola D’Ascanio già Presidente Provincia Isernia
Giovanni De Iulio Pensionato FIAT
Giovanni Di Pilla già Direttore generale ASL
On. Giovanni Di Stasi già Presidente Regione Molise
Nicola Galasso Ingegnere
Gino Lamelza Pensionato FIAT
Sen. Augusto Massa già Sindaco di Campobasso
Angelo Minotti già Segretario FIOM CGIL Molise
Ruggero Nobile già Segretario Cd Lavoro Termoli
Candido Paglione Sindaco di Capracotta
Gino Palladino Pensionato FIAT
Stefania Pedrazzi Insegnante
Daniele Saia Sindaco di Agnone
Nicola Silvaggio Pensionato SITE