Tumore al colon-retto, screening riduce mortalità del 30%, presentate le nuove frontiere dell’endoscopia

Svolto il terzo incontro in streaming "Insieme in salute" del Gemelli Molise

Sono oltre 49.000 le nuove diagnosi di tumore del colon-retto registrate nel 2019 in Italia secondo l’ultimo rapporto Aiom-Airtum. Tra questi, 27.000 casi si registrano negli uomini e 22.000 nelle donne. Con questi numeri rappresentano perciò la terza neoplasia negli uomini (14%) e la seconda nelle donne (12%) e, secondo i più recenti dati Istat, la seconda causa di morte per entrambi. Ma c’è una buona notizia: si tratta di una patologia per cui notevoli passi avanti sono stati compiuti e dove, a fare la differenza, sono la tempestività e la prevenzione. Proprio di prevenzione e nuove possibilità di cura si è parlato nel terzo incontro del progetto “Insieme in salute” del Gemelli Molise, “Insieme nell’innovazione – le Nuove Frontiere dell’Endoscopia per la Cura dei Tumori”, trasmesso in diretta streaming sul sito di Gemelli Molise e sulla pagina Facebook dell’ospedale e di tutti i soggetti partner, ieri martedì 16 febbraio. “Robuste evidenze scientifiche dimostrano che lo screening per cancro colorettale riduce del 20% il numero di nuovi casi e la mortalità per questo tumore del 30%” – dichiara Celeste Condorelli, amministratrice delegata Gemelli Molise. – A queste opportunità si aggiungono tutte quelle offerte oggi dall’endoscopia che, negli ultimi anni, ha registrato rilevanti innovazioni che hanno radicalmente modificato il modo di diagnosticare e curare. Ma l’argomento prevenzione su questo tema è ancora poco noto al grande pubblico e l’epidemia da coronavirus rischia rallentare gli importanti risultati sinora ottenuti. Ecco perché l’obiettivo della comunicazione di questo incontro sarà soprattutto quello di fare chiarezza su come i programmi di screening, l’endoscopia e in generale la prevenzione possano aiutare a cambiare la storia dei pazienti e delle famiglie.” A fare il punto sulle opportunità di prevenzione oggi possibili grazie alle nuove frontiere dell’endoscopia con Celeste Condorelli anche Guido Costamagna, direttore UOC di Endoscopia Digestiva Chirurgica Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Gianluca Spera, responsabile Unità Operativa Endoscopia Digestiva, Alberto Larghi, dirigente medico Fondazione Policlinico Gemelli – Roma, Luigi Ambrosone, presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Medica – Università Degli Studi del Molise, e Sara Mucciarone, presidente AIC – Associazione Italiana Celiachia Molise. Ha moderato l’incontro Rita Iacobucci, giornalista. Quando si parla di cancro al colon retto quella che spesso fa la differenza è proprio la diagnosi precoce. “La ricerca in ambito endoscopico, con la finalità di prevenire e trattare il cancro del colon retto in modo più preciso ed efficace, ha portato allo sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale – dichiara Costamagna. – Queste nuove tecniche, oltre a consentire una maggiore precisione, permettono di differenziare le lesioni tumorali in base alle caratteristiche macroscopiche o vascolari e, in generale, una loro migliore rilevazione”. Tra queste si distingue sicuramente l’ecoendoscopia, una nuova metodica che accomuna sia le caratteristiche dell’endoscopia sia quelle dell’ecografia. Questa tecnica avanzata consente di diagnosticare precocemente e classificare in modo non invasivo i tumori dell’apparato digerente. “Le ultime novità tecnologiche ci consentono di proporre terapie per tumori altrimenti non operabili – commenta Spera. – Noi crediamo fortemente nel valore sociale della comunicazione anche per favorire l’empowerment della popolazione.”

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