“I 15 senatori che hanno votato no alla fiducia saranno espulsi“. Lo ha annunciato il capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, all’esito del voto di fiducia al Governo di Mario Draghi tenutosi ieri a Palazzo Madama. Per Crimi i ‘dissidenti’, fra cui figura anche il senatore molisano Fabrizio Ortis, “si collocano, nei fatti, all’opposizione“. E aggiunge: “Per tale motivo non potranno più far parte del gruppo parlamentare del Movimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo“. Prima dell’annuncio di Crimi, Ortis aveva motivato la sua decisione. “Il Governo Draghi è il simbolo di tutto ciò che il MoVimento ha sempre combattuto“, ha spiegato in una nota, “e addirittura tutto ciò a cui deve la sua stessa esistenza: senza Draghi, Monti e gli altri tecnocrati, senza Forza Italia e Berlusconi, le nostre Stelle non sarebbero neppure mai sorte. Rispetto i miei colleghi che hanno deciso diversamente e li ringrazio del percorso fatto finora insieme, ma non posso e non voglio andare contro la mia storia, le mie battaglie e i miei princìpi sostenendo un governo che non riflette tutto ciò in cui ho sempre creduto e per cui ho lottato“. Proprio immaginando quelle che sarebbero state le conseguenze, Ortis conclude: “Voglio continuare le battaglie del MoVimento insieme ai miei colleghi: quelli che, come me, hanno detto “no”, e quelli che, pur dicendo “sì”, nutrono le mie stesse preoccupazioni. Spero ci sia spazio per farlo all’interno del mio gruppo politico ma, se così non fosse, lavorerò per un progetto alternativo nel quale impegnarmi per il mio territorio e il mio Paese“. E’ il secondo “pezzo” che il M5s perde fra i parlamentari molisani, entrambi al Senato. Un anno fa era toccato a Luigi Di Marzio, passato al gruppo Misto dopo la polemica sulla mancata restituzione di una parte delle indennità percepite. Il “cappotto” del 2018 che avevano messo a segno i pentastellati alle urne molisane si è praticamente dimezzato a legislatura in corso dopo due Governi.
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