Da questa mattina è scattato il primo giorno di fascia arancione per tutto il Molise, anche se 28 comuni – a cui nelle scorse ore, su ordinanza del governatore Toma, se ne sono aggiunti altri cinque – sono da un paio di settimane già in zona rossa e lo saranno fino al 7 marzo. Ossia la stessa data in cui scadrà il provvedimento firmato ieri dal Ministro della Salute, Speranza, sull’innalzamento delle restrizioni anti Covid previste per la nostra regione. Niente spostamenti liberi fra comuni, tranne che fra centri al di sotto dei 5mila abitanti ed entro un raggio di 30 km (vietati verso i capoluoghi di provincia). Negli altri casi sarà necessaria l’autocertificazione e saranno consentiti per lavoro, salute e particolari necessità. Consentita quindi la libera circolazione all’interno del proprio comune di residenza, salvo diverse disposizioni del presidente di Regione e dei singoli sindaci, come nel caso ad esempio dei comuni in zona rossa. Tuttavia, anche se non vietati, gli spostamenti non necessari sono sconsigliati. Questa mattina il Corso di Campobasso si presenta come tante altre domeniche (foto), pieno di persone per la consueta passeggiata con familiari o amici, approfittando della bellissima giornata. Tutti con le mascherine e con il distanziamento che si cerca sempre di tenere a mente, per quanto forse appaia impossibile rispettarlo sempre al 100% in situazioni come queste. Ascoltando i commenti delle persone, con l’emergenza sanitaria e il Covid che costituiscono il principale argomento di conversazione, notiamo come i cittadini si dividano sulla decisione presa.
“E’ da tempo che questa regione sarebbe dovuta passare in fascia arancione – ci risponde Domenico, pensionato. – Purtroppo la situazione è drammatica, le persone non stanno attente, i politici perdono tempo e la gente intanto muore. Speriamo di uscirne presto”. C’è chi avrebbe voluto persino alzare le restrizioni. “A mio avviso – ci riferisce una giovane mamma – sarebbe ideale passare direttamente in zona rossa, perché così è inutile. Resta tanta libertà di movimento e possibilità di contagio. Anche io e mio marito abbiamo percepito le conseguenze delle chiusure, me ne rendo conto, ma bisogna intervenire ora, bene, per non pagare un prezzo ulteriormente salato dopo. Ha fatto bene il sindaco a chiudere le scuole”. Proprio sulle scuole un’altra giovane mamma, Sara, la pensa diversamente. “Purtroppo io e mio marito lavoriamo la mattina e questa decisione complica i nostri programmi. Io ritengo la scuola e gli asili luoghi sicuri, il problema semmai sono i comportamenti sbagliati prima e dopo le lezioni”. C’è chi però è contrario a tutte queste restrizioni. “Prima il coprifuoco, ora la fascia arancione, l’anno scorso il lockdown”, afferma Roberto. “Il virus continuerà ad esserci e per una gestione non idonea le conseguenze sull’economia saranno disastrose. Fra poco non avremo più i soldi per vivere. Il problema va affrontato ma bisogna far lavorare la gente e disporre più controlli. Non sono fiducioso. Conosco amici che sono stati contagiati e ora con queste varianti c’è da avere ancora più timore. Ma ho paura sia del virus sia delle conseguenze economiche”.
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