Lunghi tubi volanti, tenuti sospesi sulle ante degli armadietti e fissati alle pareti con lo scotch, per portare l’ossigeno da una stanza all’altra, da un reparto all’altro, fin dentro i polmoni dei pazienti Covid che rischiano di soffocare mentre il virus e il loro sistema immunitario stanno combattendo una dolorosa battaglia. E’ questo il vergognoso scenario di emergenza che si vede e si respira da settimane, mesi, tra i letti e i corridoi dei reparti Covid del Cardarelli dove l’emergenza sanitaria ha dovuto scontrarsi con l’improvvisazione, l’incompetenza e l’inefficienza, trascinatasi per anni, così come con i limiti derivanti dalla trasformazione del principale nosocomio regionale in centro promiscuo Covid/no Covid, incapace di gestire tutto con piena funzionalità per motivi logistici e legati all’organico. I pazienti Covid aumentano ma l’ossigeno non basta per tutti. Peraltro denunce e segnalazioni hanno portato alla luce il malfunzionamento dell’impianto di erogazione esistente, la cui manutenzione doveva garantirne il corretto utilizzo viste le vite umane in ballo e che in ogni caso, una volta accertata la falla, doveva essere ripristinato in tempi celerissimi.
Ecco allora che mentre si ribaltano e si accorpano i reparti delle patologie ordinarie per lasciare spazio e allestire posti letto da destinare ai nuovi ricoverati con sintomi gravi e problemi di respirazione, e che arrivano ogni giorno da ogni parte del Molise, ci si deve preoccupare anche di garantire la strumentazione idonea per non lasciarli morire. Come si vede nel video, dai bocchettoni da parete delle stanze del reparto di Urologia, ossia uno di quelli presi in prestito dall’emergenza per dedicarli ai degenti positivi al Covid, partono lunghi tubi bianchi che attraversano drammaticamente i corridoi, come cavi elettrici improvvisati all’interno di un cantiere. Chiunque, per errore o per dolo, potrebbe comprometterne l’utilizzo in un niente. In alcuni casi (vedi immagine) i tubi vengono fatti passare tra le finestre, fra un piano e l’altro, totalmente esposti agli agenti atmosferici. In quei tubi passa la vita. E questa gestione è una mancanza di rispetto verso coloro che tentano di restarci aggrappato e per i familiari che per loro pregano ogni giorno. Solo di recente, quando siamo giunti ormai ad un anno dallo scoppio della pandemia, l’Asrem ha preso consapevolezza di porre rimedio a molte criticità, a partire dagli impianti di ossigenoterapia, fondamentali soprattutto per chi combatte contro una polmonite bilaterale. Dopo le denunce del Movimento 5 Stelle e di alcuni familiari delle vittime di Covid, sarebbero stati presentati più esposti con materiale fotografico e video allegati. Sarà la magistratura a fare chiarezza su tale vergognosa gestione.