Oggi, 18 marzo, ricorre la prima Giornata Nazionale in ricordo delle vittime del Covid, la cui istituzione è stata approvata, all’unanimità, dalla commissione Affari Costituzionali del Senato. E’ stata voluta per “conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone che sono decedute a causa della pandemia”. La scelta della data ha un forte significato: il 18 marzo 2020, esattamente un anno fa, si registrò il più alto numero di decessi per Covid (2.978) e quel giorno diventò emblematico per la drammatica immagine della fila di camion dell’esercito che uscivano dalla città di Bergamo, trasportando centinaia di bare dei defunti in attesa di essere sepolti. I molisani hanno voluto rendere omaggio ai loro cari scomparsi nell’ultimo anno a causa del Covid, unendosi al momento di dolore nazionale. Oltre 400 le vittime finora registrare in Molise.
Raccogliendo l’invito del presidente dell’Anci, Antonio Decaro, questa mattina anche dai balconi di Palazzo San Giorgio, l’Amministrazione comunale di Campobasso ha esposto la bandiera a mezz’asta in memoria di tutte le vittime dell’epidemia da Covid19 e ,come da programma, alle ore 11.00, in concomitanza con l’arrivo del presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, a Bergamo, il sindaco Gravina è sceso, accompagnato dal presidente del Consiglio Comunale, Antonio Guglielmi e dal comandante della Polizia Locale, Luigi Greco, davanti alla residenza comunale per osservare un minuto di silenzio. “Il ricordo di questi tempi e dei drammi che hanno provocato in tante famiglie non scolorirà né oggi né mai – ha ribadito il sindaco di Campobasso. – L’istituzione di una giornata nazionale in memoria delle vittime del coronavirus, oltre all’intrinseco valore simbolico che racchiude, rappresenta il riconoscimento consapevole e condiviso di quanto il nostro Paese abbia dovuto e deve ancora affrontare, con coraggio, speranza e, soprattutto, unità d’intenti. In quest’arco di tempo abbiamo attraversato momenti diversi e come nazione abbiamo dimostrato di reggere l’urto drammatico degli eventi pandemici allor quando ci siamo stretti intorno ai nostri valori fondanti e abbiamo dato preminenza alla sicurezza reciproca, rispettando leggi e indicazioni provenienti dagli organi di governo, senza mai dimenticare, al contempo, il valore e la forza della solidarietà, fatta di gesti reali compiuti dai singoli cittadini, da intere comunità così come dallo Stato. Dobbiamo ripartire da questa consapevolezza – ha aggiunto Gravina – e da questa unione che deve fare da collante a tutti i livelli istituzionali, economici e sociali, per non rendere vani i tanti sacrifici fatti, proprio ora che con la campagna vaccinale in corso e sulla quale va posta l’attenzione marcata di tutte le forze in campo, siamo nella fase cruciale per cercare di superare e metterci alle spalle questo evento indelebile della nostra storia contemporanea.”
Anche l’amministrazione provinciale di Palazzo Magno si è unita nel cordoglio rivolto a chi non ce l’ha fatta e alle famiglie che hanno vissuto momenti tristi e difficili. In Molise 411 persone sono finora decedute a causa del Covid, in Italia oltre 103mila. “Da oltre un anno registriamo la scomparsa di parenti, amici, colleghi di lavoro, affetti”, commenta il presidente Francesco Roberti. “La pandemia ha portato tanta sofferenza e messo a dura prova anche tutto coloro che sono impegnati nei servizi essenziali, i quali, seppur tra mille difficoltà e preoccupazioni, non hanno fatto mai mancare il proprio supporto. La speranza è che la campagna vaccinale possa proseguire nella maniera più celere possibile, impegnandoci tutti a rispettare le norme per prevenire il contagio. Queste sono le nostre armi, affinché tutti insieme potremo uscire dall’emergenza sanitaria”.
Anche il sindaco di Isernia Giacomo d’Apollonio ha accolto l’invito del presidente Decaro e, alle ore 11 di questa mattina, ha osservato un minuto di silenzio davanti alla sede del Comune, con la bandiera esposta a mezz’asta per ricordare le migliaia di vittime della pandemia e per onorare il sacrificio degli operatori sanitari.
Il presidente della Regione, Toma: “Ricordare è un dovere. Lavorare insieme per uscire dall’incubo”.
«Abbiamo impresse nella mente le tristi immagini dello scorso anno quando, il 18 marzo, a Bergamo, gli automezzi dell’Esercito portarono via decine e decine di bare. Un colpo al cuore, una ferita per tutti gli italiani. In questi ultimi mesi, purtroppo, anche nel nostro Molise tanti corregionali ci hanno lasciato. Molti di noi hanno perso amici, colleghi di lavoro, familiari senza la possibilità di poter star loro accanto nelle ultime ore di vita. Le istituzioni devono profondere il massimo impegno per uscire, nel più breve tempo possibile, da questa pandemia. Abbiamo, però, il dovere di ricordare chi non c’è più, chi ha lasciato le proprie famiglie, i propri cari, le comunità. Ieri il Parlamento ha dato il via libera all’istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute a causa del Covid. Un atto dovuto, di grande civiltà. Non è il momento delle polemiche, bisogna agire tutti insieme per venire fuori, al più presto, da questo incubo». L’intervento del presidente della Regione Molise, Donato Toma, in occasione della prima Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus.