Gli stipendi percepiti erano forse troppo bassi per garantirsi una vita dignitosa o addirittura non sufficienti per togliersi qualche sfizio. Così avevano deciso di chiedere un sussidio allo Stato omettendo nella domanda la presenza dei componenti percettori di reddito, al fine di ottenere il massimo e arrotondare i soldi sul conto corrente. La furbizia è però costata cara ad una famiglia della provincia di Isernia, denunciata dai Carabinieri della Stazione di Forlì del Sannio, nell’ambito delle verifiche tese a riscontare le legittime concessioni di sussidi da parte dello Stato ai cittadini bisognosi. I militari infatti hanno accertato che i componenti del nucleo familiare residente in uno dei comuni della giurisdizione della Compagnia avevano falsamente attestato nella domanda prodotta, tesa ad ottenere aiuti economici, la presenza di altri familiari omettendo di inserire quelli che invece sono risultati titolari di redditi che non gli avrebbero permesso di ottenere il sussidio richiesto. Per tale motivo gli interessati sono stati deferiti alla locale Autorità Giudiziaria per il reato di falsa attestazione e truffa. L’operazione dimostra ancora una volta come l’aiutino statale faccia gola a chi è disposto a fare carte false, scavalcando anche coloro che maggiormente meritano supporto economico e magari per un cavillo rinunciano a chiederlo.
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