L’aneddoto che ci racconta Mauro Di Salvatore, noto videomaker di Campobasso, quando lo contattiamo all’indomani della ufficiale costituzione delle delegazione molisana di FederMep, è emblematica: l’ex vice Ministro all’Economia, accogliendo i rappresentanti nazionali, avrebbe esclamato: “Perbacco, non mi aspettavo che la filiera degli operatori economici coinvolti fosse così ampia“. Di Salvatore è la voce principale degli imprenditori e dei commercianti della sua terra nel mondo dei matrimoni e degli eventi privati, nell’ambito di questa nuova iniziativa. Lui è stato scelto, al termine della riunione in streaming svoltasi ieri, come capo delegazione della FederMep Molise. E non poteva essere altrimenti. E’ l’anima che ha reso possibile la sua nascita, potendo contare sull’appoggio di “colleghi di filiera” che da tempo stanno soffrendo gli effetti della pandemia e chiedono un cambio di passo. Ed è stato il primo ad iscriversi all’associazione nazionale, un anno fa, durante il primo lockdown.
“E’ stata una svolta, una voce necessaria, perché il nostro settore a livello di aiuti e programmazione non era stato proprio nominato“, ci riferisce Di Salvatore. Sono 35 finora le adesioni alla sezione molisana, in cui rientrano diverse categorie del commercio: fotografi, operatori video, atelier, sale ricevimento, orafi, agenzie di viaggio. La delegazione è così composta:
CAPO DELEGAZIONE: Mauro Di Salvatore. VICARIO CAPO DELEGAZIONE: Fabio Manso. DELEGATI RAPPORTI ESTERNI E STAMPA: Gabriella Aghate – Zaira Stabile. DELEGATI RAPPORTI ISTITUZIONALI: Maurizio Discenza – Francesco Mantino – Giuseppe Vitulli. SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: Gianfranco Ciccone – Giuseppe Abate. ADDETTO STAMPA: Antonio Sinibaldi – Dario Mastrostefano.
Era già in cantiere una iniziativa simile o la pandemia vi ha spronato ad unire le forze?
“Diciamo che da tempo forse sentivamo il bisogno di avere una rappresentanza specifica dell’intera filiera. Finora solo alcuni settori avevano associazioni di riferimento mentre il resto si appoggiava a rappresentanze più generiche. Di sicuro la crisi nata dalla pandemia ci ha fatto prendere maggiore consapevolezza di questa necessità“.
Quali sono stati gli effetti della situazione epidemiologica e delle misure di contenimento intraprese?
“Innanzitutto le chiusure per diversi mesi dell’ultimo anno non ci hanno permesso di lavorare. Ma gli effetti si vedono anche con le riaperture. Le restrizioni anti contagio hanno limitato la partecipazione ai grandi eventi, oscillando nel corso dell’anno dalle presenze limitatissime ed essenziali alle poche decine. Ciò ha influito in maniera differente sui commercianti della filiera. La cosa però comune a tutti noi è che gli sposi o altri protagonisti di grandi eventi hanno paura. E così rinviano la data in programma. Io sono uno di quelli che ha ricevuto decine di richieste di annullamento e rinvio da parte dei clienti proprio per questo motivo“.
Facendo delle stime approssimative e ascoltando i suoi colleghi, a quanto ammonta il calo medio del fatturato?
“A circa il 90%“.
Aiuti dallo Stato?
“Mediamente il sostegno pubblico è consistito in circa 2mila euro a testa nell’arco di un anno. Il problema è che non esiste neanche un codice Ateco specifico, aspetto su cui ci stiamo battendo e ci batteremo per la sua predisposizione“.
Quali sono le prossime mosse? Chiedete maggiori sostegni?
“Non siamo nati per chiedere l’elemosina ma per ripartire in sicurezza e lavorare. Chiediamo la sottoscrizione di un protocollo d’intesa, che l’associazione nazionale ha inviato a tutte le regioni. Chiederemo la presentazione di una proposta di legge al fine di fornire maggiori garanzie a chi intende sposarsi oppure organizzare altri eventi simili, facendo pressione sui nostri amministratori regionali“.