La campagna vaccinale vive la sua fase più delicata: c’è bisogno di allargare la platea dei beneficiari, concentrando l’attenzione sulle categorie più a rischio, quindi dando priorità a chi rischia la salute davanti al coronavirus. “Al contrario, anteporre le logiche imprenditoriali alla tutela della salute è cosa che riteniamo offensiva”, commentano i portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, che hanno depositato un esposto alla Procura della Repubblica a firma di Andrea Greco, Angelo Primiani, Fabio De Chirico, Valerio Fontana e Vittorio Nola, sulla gestione del Piano vaccinale, soprattutto in relazione ai vaccini somministrati presso gli erogatori privati, e anche alla luce del fatto che secondo la stessa Asrem non c’è stato alcun controllo. “Il caso Neuromed, riportato prima dai media regionali e poi da quelli nazionali – spiegano i portavoce – mostra l’assenza delle verifiche sulla somministrazione dei vaccini. Come sappiamo, dalle inchieste giornalistiche risulterebbe che il gruppo Neuromed abbia chiesto ed ottenuto dall’Asrem circa 900 dosi di vaccino anti covid che poi ha fatto somministrare ai propri dipendenti e a quelli di aziende che lavorano a vario titolo per lo stesso gruppo. Quindi non solo al personale sanitario e socio-sanitario dell’Istituto, ma anche a giornalisti, personale di segreteria, inservienti, personale addetto alle pulizie, borsisti, consulenti esterni e dipendenti a vario titolo nelle aziende riferibili al Gruppo Neuromed. Tutto questo, senza considerare la circolare dell’allora Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, per la quale il vaccino andava somministrato solo ed esclusivamente al personale operante sì a vario titolo, ma esclusivamente all’interno delle strutture sanitarie e non a tutto il personale operante all’interno del gruppo aziendale. Come detto, le inchieste giornalistiche suggeriscono che i vaccini siano stati somministrati anche a giornalisti e ad altro personale della Multimed Comunicazioni, che non ha nulla a che vedere con Neuromed come certificano le visure delle due aziende. Da quelle visure sappiamo anche che lo stesso Istituto sanitario vanta 254 dipendenti, ma secondo i dati del report regionale sulle vaccinazioni, le dosi somministrate al personale sono state 895. Sono numeri e fatti da chiarire in fretta – proseguono i portavoce – perché chiarire se qualcuno abbia fatto somministrare vaccini in maniera illegittima, non è solo questione etica, ma vuol dire verificare eventuali violazioni rispetto al Piano vaccinale. Inoltre, se fossero confermati, questi fatti dimostrerebbero la responsabilità degli organi sanitari regionali che hanno anche la funzione di verificare che i vaccini disponibili siano dati effettivamente agli aventi diritto. È quindi un caso che merita chiarezza per sgombrare il campo dai dubbi di eventuali profili penalmente rilevanti, per chiarire possibili anomalie rispetto ai protocolli nazionali, ma anche per far luce su ogni aspetto a tutela dei principi di legalità, economicità, correttezza, uguaglianza e trasparenza in materia di diritto alla salute. Oltre che portare la vicenda all’attenzione della magistratura – aggiungono i consiglieri regionali – presto porteremo i nostri dubbi in Consiglio regionale. Vogliamo sapere se davvero un privato può far vaccinare tutto il personale dell’azienda o di quelle con cui intrattiene rapporti a prescindere da ruoli e mansioni; vogliamo sapere se chi deve controllare questi aspetti abbia fatto fino in fondo il proprio lavoro e vogliamo sapere, ad esempio, se è normale che la Regione Molise dia soldi pubblici a una società editrice che, a quanto pare, lavora alla comunicazione di un istituto privato”. I portavoce M5S terminano: “In queste settimane abbiamo visto tanti molisani in attesa di un vaccino: cittadini fragili, anziani, disabili gravi, malati cronici, operatori delle case di riposo. Sono persone che in molti casi ancora attendono il proprio turno, persone per cui la vaccinazione può fare la differenza tra la vita e la morte. Ma, forse, qualcuno non se n’è accorto”.
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