CGIL, CISL e UIL sottolineano ancora una volta la totale assenza di confronto sui temi economici e dello sviluppo che riguardano la regione. Un’assenza di confronto che non può essere certamente colmata con la richiesta di osservazioni da produrre in due giorni su un documento che, per la sua strategicità, dovrebbe essere analizzato in tutti i suoi aspetti e in maniera approfondita. “Sarebbe stato opportuno – sottolineano i rappresentanti sindacali – procedere a un percorso di condivisione concreto per rendere il DEFR 2021/2023 un punto strategico attorno al quale costruire le sinergie minime per frenare l’arretramento regionale e rilanciare attraverso una reale programmazione, un progetto di sviluppo economico e sociale, che al momento ci pare inesistente ma che è fondamentale nell’azione d’indirizzo e orientamento e programmazione del territorio. Gli stessi dati di contesto riportati nel documento evidenziano una regione che ormai è di fatto prossima a scendere sotto i 300mila abitanti, con una perdita di circa 3.000 residenti ogni anno. Una regione che da analisi dello Svimez ha una riduzione di PIL nel 2020 pari al 10,9 %, dove le famiglie molisane perdono il 4% del reddito sempre nel 2020 e dove si è vissuto un blocco degli investimenti delle stesse famiglie con un – 12,8 %. Sul fronte lavoro, i drammatici dati sulle ore di cassa integrazione concesse durante l’anno, oltre 7 milioni, e la riduzione degli occupati -3,5 %, evidenziano l’urgenza di pianificare investimenti con interventi che consentano al sistema produttivo di rilanciarsi nel più breve tempo possibile. Questi dati sono ancora più drammatici poiché si aggiungono agli oltre 20mila posti persi tra diretti e indotto derivanti dalla chiusura di importanti realtà produttive anche partecipate dalla Regione avvenuta negli ultimi anni oltre al mancato turn over nella PA che a partire dalla sanità è in perenne sotto organico. Va considerato inoltre che, l’effetto del blocco dei licenziamenti e il riconoscimento degli ammortizzatori per COVID hanno parzialmente limitato, in questa fase, l’incremento dei disoccupati e l’ulteriore riduzione d’imprese ma molte sono le PMI che hanno chiuso in questi mesi o che con grosse difficoltà sopravvivono. Partendo semplicemente da questi numeri è facilmente comprensibile la necessità di agire in un quadro che tenga conto non solo di come appostare le sempre più esigue risorse a libera destinazione derivanti dalle entrate locali, ma in che modo indirizzare in investimenti strategici di qualità e di lungo respiro, le risorse che deriveranno dalla nuova programmazione 21/27, dall’opportunità delle maggiori risorse relative al ritorno in obiettivo 1 e dalle opportunità offerte dal PNRR ancora in queste ore in discussione. La crisi pandemica ha determinato nuove necessità e nuove sfide. Nel corso del 2020, le criticità strutturali del Molise sono emerse in tutta la loro drammaticità evidenziando la difficoltà a rendere esigibili anche diritti fondamentali sul territorio: a partire dal diritto alla salute, all’istruzione e alla conoscenza a partire da un piano chiaro di riqualificazione e formazione delle nuove competenze verso una direzione data, alla mobilità e al trasporto (questi ultimi strettamente legati anche a ritardi atavici relativi all’arretratezza delle nostre reti infrastrutturali e materiali). Questi temi CGIL, CISL e UIL hanno provato a rilanciarli insieme al partenariato inserendoli in una discussione che dovrebbe varcare (e in parte ha varcato) i confini regionali. Non ci sembra che il Governo Regionale abbia prestato attenzione a queste e ad altre sollecitazioni da noi proposte negli ultimi anni. Nonostante l’urgenza di affrontare la situazione pandemica nel corso del 2020, era ed è indispensabile avviare urgentemente una fase progettuale sulla ripartenza con qualificati progetti che possano rendere competitivo ed attrattivo il territorio. Per CGIL CISL e UIL un nuovo piano di sviluppo regionale che guardi al rilancio dell’intero mezzogiorno e dell’intero sistema Paese deve essere uno strumento che presupponga una programmazione complessiva e condivisa delle azioni da mettere in campo; un’azione strategica e straordinaria che non può limitarsi alla messa a sistema di risorse derivanti da più fonti, al momento solo annunciati, o con la prosecuzione di appostamenti di bilancio che finanziano sempre gli stessi progetti che si ripetono negli anni ma che mai si realizzano, serve liberare risorse per mettere a terra progetti concreti. Anche il ritardo sull’avvio di una discussione sulla nuova programmazione 2021/2027 conferma un quadro preoccupante complessivo che interessa il nostro Molise e non ci confortano nemmeno le notizie a singhiozzo che trapelano sulla definizione di opere strategiche che dovrebbero fare riferimento al Recovery Plan. Le priorità per CGIL, CISL e UIL restano lo sviluppo, il lavoro, la tenuta e tutela dello stato sociale, dove la definizione dei percorsi avrebbe necessitato di aprire confronti veri soprattutto in un periodo di crisi conclamata al quale si è aggiunta una fase straordinaria di crisi sanitaria pandemica globale. In questo contesto, lo ribadiamo, la richiesta di semplici osservazioni scritte senza che sia stato avviato alcun percorso metodologico che dia un senso compiuto al confronto e alle sue risultanze ci pare assolutamente insufficiente, inadeguato e improduttivo per quelli che dovrebbero essere i normali rapporti tra Governo Regionale e organismi di rappresentanza. Inoltre, pur comprendendo la prudenza adottata nel non convocare riunioni e audizioni in presenza per le problematiche legate alla pandemia, in un periodo che ha abituato tutti noi a collegarci con l’intero mondo con un “click” sarebbe auspicabile implementare i momenti di confronto – se veramente si vogliono e se devono avere un senso- utilizzando strumenti digitali che ormai sono diventati d’uso quotidiano”.
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