Un altro mutuo accesso sulle spalle dei molisani per compensare i disavanzi di bilancio. E’ l’ipotesi su cui la maggioranza di Palazzo d’Aimmo si starebbe muovendo e probabilmente l’unica strada ritenuta percorribile con l’aggiunta dell’alienazione dei beni. Il presidente della Regione, Toma, ha affermato di aver trovato l’ennesimo buco, di circa 40 milioni di euro, “causato dalle passate amministrazioni regionali”, ossia quelle in parte composte da alcuni componenti dell’attuale maggioranza e giunta, esponenti di spicco dei tre governi precedenti. I conti aggiornati si riferiscono al 31 dicembre 2019. “L’idea, tanto vecchia quanto impraticabile – spiegano i consiglieri del M5s, – è di alienare delle proprietà della Regione Molise: si mettono in vendita terreni, in un periodo in cui non è particolarmente conveniente vendere. Dalla cessione delle proprietà regionali si presume di ricavare 16 milioni di euro già quest’anno e altri 21 milioni nel 2022. Ai quali andrebbero aggiunti altri 3 milioni, da recuperare nelle mancate riscossioni dei bolli auto. Il totale sarebbe sufficiente a coprire il nuovo buco. In realtà, queste poste serviranno a dare una mera copertura formale al disavanzo emerso in bilancio. Ma il presidente sa bene che è altamente improbabile che rientrino quelle somme, almeno non nei tempi previsti. Ne è talmente convinto da essere pronto a siglare un nuovo mutuo, che penderà sulle teste dei nostri figli”. È infatti già pronto un emendamento alla manovra di bilancio, per autorizzare la giunta alla stipula di quel mutuo, un ulteriore aggravio sul groppone di una regione che fra spopolamento e taglio dei presidi rischia di sparire. Mentre quelli che restano dovranno compensare anche i costi dei vuoti lasciati da chi è andato via (o da chi non è nato). Il taglio significativo ai costi della politica dovrebbe essere ormai un obiettivo di tutti. Invece, l’unico taglio proposto dalla maggioranza è quello ai gruppi consiliari con più di 3 consiglieri. “In altre parole – affermano i grillini – vogliono tagliare solo i fondi del nostro gruppo. Una proposta, quella a prima firma Pallante che, invece di puntare ad un risparmio di costi, sembra voler colpire il MoVimento 5 Stelle. Noi chiediamo un taglio ai costi dell’intera classe politica? Toma e i suoi credono di intimidirci o, peggio, di zittirci, togliendoci l’unica cosa che non è mai stata a cuore al MoVimento: il denaro. Dal canto nostro, come ampiamente annunciato, proporremo un taglio vero ed equo ai costi della politica: una decurtazione del 20 percento di tutti gli emolumenti, dai consiglieri agli assessori, fino al presidente. Un taglio equo, perché crediamo che tutti debbano contribuire ad uscire da questo momento di crisi. Un taglio, se vogliamo, anche simbolico, dati gli importi di partenza. Ma sicuramente doveroso. Per quanto ci riguarda, pratichiamo da sempre la rinuncia ad una buona fetta delle indennità. Da prima dell’emergenza, da prima di qualunque imposizione. È una questione di principio: siamo e restiamo cittadini, al servizio dei molisani, accanto ai meno fortunati. Il denaro dovrebbe essere un mezzo per fare buone politiche, non il fine della politica”.
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