Maxi operazione antiterrorismo della Polizia di Stato in Francia. In collaborazione con l’antiterrorismo francese gli uomini del capo della Polizia di Stato, Lamberto Giannini, hanno individuato e catturato 7 ex terroristi rossi italiani, quasi tutti brigatisti, che risiedevano in Francia. Fra loro anche Enzo Calvitti, molisano classe ’55 originario di Mafalda, Br, che deve scontare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni di carcere e 4 anni di libertà vigilata per i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi. La sentenza della Corte d’appello di Roma a suo carico è diventata esecutiva nel settembre 1992. La condanna riguarda gli omicidi della guardia di custodia Raffaele Cinotti, agente di custodia del carcere di Rebibbia, assassinato a colpi di pistola all’alba del 7 aprile 1981, e del commissario di pubblica sicurezza Sebastiano Vinci, dirigente del Commissariato Primavalle di Roma, vittima di un agguato compiuto verso le 13,30 in via Mattia Battistini, nel quartiere Aurelio, il 19 giugno 1981, e il tentativo di omicidio del capo dell’Interpol Nicola Simone. L’operazione è tuttora in corso ed è finalizzata all’estradizione in Italia dei fermati.
Andato via dal paese per studiare a Roma, in paese ora vive solo il fratello.
Secondo le prime informazioni apprese a Mafalda, Calvitti frequentò la scuola in Molise per poi trasferirsi a Roma quando era ancora molto giovane, probabilmente per gli studi universitari. Molti ‘senior’ della comunità lo ricordano, da un certo momento in poi però non avrebbe più fatto capolino nella sua terra di origine, anche se più volte sono circolate voci e indiscrezioni di un suo rientro inaspettato, mai confermate. La madre, che viveva a Mafalda, si è spenta l’anno scorso. Attualmente in paese, della sua famiglia, vive solo il fratello. Secondo quanto raccolto dalle prime testimonianze, a metà degli anni ’80 le forze dell’ordine andarono anche a Mafalda a cercarlo.