Dopo anni di speranze e delusioni, la città di Campobasso si prepara a tornare nel calcio che conta, quello dei professionisti. Per intenderci, la serie C. Uno stimolo ancora più forte dovuto al fatto che, se si pensa alle ultime comparizioni dei Lupi al di sopra della D, non esiste più la suddivisione fra C1 e C2 (o Lega Pro – prima e seconda divisione), bensì una categoria unica, organizzata in tre gironi, che generalmente raggruppa le squadre in base alle fasce geografiche. Domani 5 giugno la partita al Selvapiana contro il Porto Sant’Elpidio, già retrocesso, costituirà una sorta di match point per la promozione automatica in C. A patto, però, che la vittoria del Campobasso, forte degli 8 punti di vantaggio sul Notaresco secondo, coincida con il mancato successo degli abruzzesi sul Vastogirardi.
Dal momento che mancano 4 partire al termine del campionato, se il Notaresco dovesse infatti vincere, la festa promozione sarà rimandata a prescindere dal risultato del Selvapiana. Chiaro che battendo il Porto Sant’Elpidio la conquista del “titolo” sarà solo questione di matematica e potrebbe concretizzarsi già alla prossima giornata. Intanto, però, in città i tifosi si preparano al grande obiettivo. Bandiere rossoblù stanno iniziando a spuntare sui balconi delle case, mentre nelle scorse ore una ad hoc è stata donata dal gruppo “Pazzi per il Campobasso” al Comune. Gli amministratori hanno dato così il via libera per l’apposizione dello stendardo che rappresenta i colori sociali del Campobasso Calcio in cima all’orologio di Palazzo San Giorgio. La festa domani potrebbe coincidere con un grande ritorno: quello delle persone allo stadio – si tratta al momento di presenze limitate, a partire dagli abbonati, – costretti in questi mesi a vedere le partite in streaming per via delle restrizioni anti Covid. Mica male per gli appassionati.