Quando si è presentata l’opportunità di aderire alla campagna vaccinale contro il Covid per la sua fascia di età all’inizio era titubante. Come lei, tante altre donne in gravidanza non sapevano se temere maggiormente gli eventuali effetti indesiderati o addirittura conseguenze per il feto, mosse dal legittimo e comprensibile istinto materno. Alla fine Cinzia, 40 anni, al settimo mese di gravidanza, dopo diversi giorni ed essersi consultata con la sua ginecologa, si è decisa e ha compilato l’adesione online. Due giorni fa le arriva l’sms da parte dell’Asrem. Ieri la somministrazione della prima dose al PalaUnimol di Campobasso. Come ti senti, oggi?
“Sto bene, la notte è passata senza conseguenze. Se avverto stanchezza è per il caldo e per questa“. E si tocca il pancione, ridendo.
Quale vaccino ti è stato somministrato?
“Il Moderna“.
E’ stato scelto rispetto al Pfizer per un motivo particolare?
“In realtà no, so che ieri stavano somministrando Moderna e AstraZeneca, che ormai è destinato solo agli over 60 per le seconde dosi”
Cosa le hanno detto? Si erano presentate altre donne in gravidanza nei mesi scorsi?
“Non ricordavano. C’è chi mi ha comunicato che addirittura sono stata la prima al PalaUnimol e chi che forse sono stata una delle poche. La percezione è che probabilmente a Campobasso non c’è stata la corsa al vaccino da parte di chi si trova nel mio stato“.
Perché c’è molto scetticismo da parte delle donne in gravidanza?
“A mio avviso, in generale, si sono creati timori e disorientamento sul tipo di vaccino, basta pensare quello che è successo con AstraZeneca. Per quanto riguarda il vaccino in gravidanza, un certo tipo di titubanza secondo me è dettato dal fatto che l’argomento è ancora al centro del dibattito a livello internazionale e per i primi mesi le informazioni non erano uniformi. L’Oms però a maggio ha confermato che Pfizer e Moderna sono adatti per le donne in attesa. E se vogliamo fidarci della scienza, dobbiamo ritenerla una cosa importante. Non dimentichiamo che tante donne in gravidanza si sottopongono al vaccino antinfluenzale, che previene una malattia attualmente meno pericolosa del Covid, di cui dobbiamo scoprire ancora tanto e in continua evoluzione, e questo dovrebbe fungere da stimolo per eliminare ogni dubbio. Inoltre le associazioni italiane dei ginecologi in un documento unitario hanno lanciato una freccia in favore delle vaccinazioni prioritarie per le donne in gravidanza“.
Priorità che al momento non c’è.
“No, io non rientro fra i soggetti vulnerabili. Ho dovuto attendere la mia fascia di età“.
E perché le cose, per te, dovrebbero cambiare?
“Perché ritengo che sia più pericoloso ammalarsi di Covid che vaccinarsi. L’infezione può svilupparsi in forme gravi, mentre sul vaccino nessuno ci ha detto che esistono controindicazioni assolute per chi attende un bambino. Le donne in gravidanza, in quanto soggetti con difese immunitarie più basse, dovrebbero essere agevolate“.
Cosa ti senti di consigliare alle altre donne in dolce attesa come te?
“Innanzitutto di informarsi correttamente da fonti scientifiche certe, quindi affidarsi ad un professionista, a partire dal proprio ginecologo, e non limitarsi al sentito dire o addirittura ai social. Per il resto bisogna stare tranquille e seguire anche un po’ il proprio istinto e le proprie sensazioni. Non è un obbligo ma un diritto“.
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