L’orario preferito è durante la notte, quando le strade sono semideserte e quasi tutti sono nelle loro case, magari già a dormire. Loro no. Hanno deciso di restare svegli perché la notte è spesso sinonimo di trasgressione. Quella che regala il brivido di violare le regole, di fare qualcosa che altri non fanno. Perché è vietato. Perché è da pazzi. E il gioco è “bello” per questo. Non ci si pone neanche più il problema di farlo di nascosto. Nell’epoca dei social immortalare le proprie bravate è addirittura figo. Ti rende popolare. La voglia a tutti i costi di trasgressione ha spinto un gruppo di giovani a dare vita ad un becero show per il corso principale di Trivento, una sorta di gara motociclistica in cui è stata snobbata ogni regola. La sfida con la morte, perché sì proprio lei viene chiamata in causa, ha inizio in un punto del paese, nata all’improvviso o forse preceduta da qualche messaggio via telefono per confermare l’orario e il posto. “Facciamolo“, sarà stato il commento di uno dei ragazzi per scacciare via eventuali ripensamenti. Che sarà mai. Una battuta, una risata, uno sfottò prima di girare la chiave nel blocchetto di accensione e iniziare lo show. La pista scelta non è una a caso ma via Iconicella, il corso principale del paese, dove auto e persone a piedi possono spuntare da ogni punto in ogni momento. Il divertimento inizia a salire di pari passo con la velocità.
Il rombo degli scooter e delle moto truccate rimbalza sulle facciate delle case ai lati della strada, come scivolando lungo le pareti di un lungo canale acustico per arrivare in maniera tremendamente fastidiosa e crescente alle orecchie di coloro che attendono più avanti che quel suono passi alla svelta. La vera chicca, per quelli che si reputano più bravi, è correre su una ruota sola. Non basta impennare un attimo, il gusto è farlo per decine di metri, rendendo ancora più limitato il proprio campo visivo già viziato dal buio. Finisce così che uno dei ragazzi, durante una di queste performance circensi improvvisate, ci rimetta un braccio, una gamba o se la cavi solo per questa volta con qualche escoriazione. La moto cede, forse il suo conducente ha sbagliato a bilanciare il peso, magari una buca lo ha tradito, il giovane centauro ruzzola a terra a tutta velocità insieme alla due ruote, che per fortuna non continua la sua corsa contro un’auto, una vetrina di un negozio o, peggio, contro un pedone. Lo slalom fra i tombini e i veicoli in sosta nella spericolata corsa nel centro abitato si ferma per dare modo agli altri giovani di soccorrere lo sciagurato amico. Basterà questo episodio a fermarli? Probabilmente non si è trattato della prima volta né sarà l’ultima se non si prenderanno provvedimenti. Dove sono le forze dell’ordine e le autorità? Come è possibile che possa essersi verificato un episodio del genere? E i genitori di questi ragazzi sono al corrente di simili trasgressioni dei loro figli? Controllano quello che fanno? Sono domande che bisogna porsi e a cui bisogna dare quanto prima una risposta, ma soprattutto bisogna evitare che possano succedere nuovamente simili scorribande. Perché in casi come questi la tragedia è dietro l’angolo, e sarebbe ancora più beffardo se si materializzasse per azioni tante stupide. “Sono venuto solo oggi al corrente del video“, ci ha risposto al telefono il sindaco Pasquale Corallo. “Stiamo facendo le opportune verifiche e mi interfaccerò con i Carabinieri. E’ giusto che vengano individuate le responsabilità per qualcosa che poteva avere ben altre conseguenze. Pertanto rivolgo un appello ai ragazzi e i genitori, un invito al senso di responsabilità“.