Sono passati 12 anni da quando il parà campobassano Alessandro Di Lisio perse la vita all’età di soli 25 anni a seguito dell’esplosione di una bomba nei pressi del villaggio di Ganjabad, in Afghanistan, dove i militari italiani si trovavano in missione. Una ferita aperta per la comunità e in particolare per la famiglia del paracadutista della Folgore, a cui è stato dedicato due anni fa un monumento e l’area verde in via Petrella, alle spalle del Monumento ai Caduti.
Il ricordo.
Caporal Maggiore Alessandro Di Lisio, caduto il 14 luglio 2009, in Afghanistan, vittima di un vile attentato. Classe 1984, paracadutista, artificiere del Genio Guastatori 8° Rgt. della Brigata “FOLGORE”, era da quattro mesi in missione in Afghanistan. Decorato con Medaglia d’Oro vittima del terrorismo e della Croce d’Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all’estero, a seguito dell’esplosione di un ordigno al passaggio di un convoglio del Contingente, nei pressi del villaggio di Ganjabad, a circa 40 km a nord est di Farah.
Motivazione
“Paracadutista dalle straordinarie qualità morali e professionali, comandato in missione di pace in terra afghana, nell’ambito dell’operazione ISAF, ha contribuito costantemente, con perizia e assoluta dedizione, al conseguimento degli obiettivi della missione. Militare dalle preclare virtù umane e professionali, il 14 luglio 2009, nel corso di un trasferimento da una caserma dell’esercito afghano alla base del Comando Regionale Ovest nei pressi di Farah, immolava la sua giovane vita nell’adempimento del dovere, a causa dell’esplosione di un ordigno proditoriamente occultato sul percorso del mezzo cui era a bordo. Fulgidissimo esempio di sublime coraggio che, con il suo estremo sacrificio, ha contribuito in modo significativo ad accrescere il prestigio dell’Italia e della Forza Armata in ambito internazionale, tenendo alti gli ideali di pace e solidarietà.”
Farah (Afghanistan), 14 luglio 2009