Continua incessante la lotta al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti ed ai reati ad esso connessi da parte della Polizia di Stato di Campobasso. Nella giornata di ieri, personale della Sezione Antidroga, durante un’attività di controllo in alcune località solitamente frequentate da spacciatori e tossicodipendenti, ha individuato, abbandonata in una fitta boscaglia in agro di Gildone, un’autovettura Fiat Panda, di cui nello scorso mese di giugno era stato denunciato il furto nel capoluogo. Gli accertamenti intrapresi hanno permesso di individuare gli autori del furto: un 17enne di Campobasso ed il suo complice, un 20enne di origine ghanese, entrambi legati all’ambiente dello spaccio. Gli agenti hanno accertato che i due si erano appropriati dell’utilitaria allo scopo di rivenderla, insieme ad altra merce rubata, per procurarsi denaro utile all’acquisto di droga a San Severo. Nonostante tale intenzione, probabilmente per eliminare le tracce che potessero ricondurre ai responsabili, l’auto è stata abbandonata ed incendiata, dopo essere stata utilizzata per qualche giorno dai due ladri. Al momento del ritrovamento, l’autovettura è risultata completamente distrutta; nonostante tali condizioni, gli agenti sono riusciti ad accertare che si trattava del veicolo rubato e, sempre grazie agli approfondimenti investigativi svolti, ad individuare gli autori del reato, denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di furto in concorso. Il minorenne, inoltre, risulta già in stato di custodia cautelare presso il carcere minorile di Nisida (NA) per altri furti di auto commessi a Campobasso, spesso in danno di proprietari della stessa tipologia di vettura di quella rinvenuta ieri. Il diffondersi del consumo di sostanze stupefacenti, oltre ad avere conseguenze sociali allarmanti, comporta ulteriori risvolti come l’aumento di furti e rapine finalizzati al facile reperimento di denaro utile per l’acquisto di droga, con conseguente incremento della microcriminalità. L’incendio dell’auto rinvenuta avrebbe potuto avere anche un più tragico epilogo se si considera che le fiamme avrebbero potuto propagarsi nell’area del ritrovamento, caratterizzata da una alta densità boschiva.
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