La pandemia e il lockdown hanno costretto gli italiani a confrontarsi in maniera più attiva con internet e il mondo online, tanto che le imprese hanno dovuto accelerare il processo di apertura commerciale verso questo canale. E’ quanto emerge dall’indagine Excelsior dedicata all’approfondimento degli investimenti digitali delle imprese italiane nel 2020, realizzata intervistando circa 1,3 milioni di imprese dell’industria e dei servizi. L’analisi complessiva testimonia un notevole incremento della quota di imprese che ha dichiarato di aver investito nel digital marketing (tra le diverse innovazioni strategiche di business) “molto” oppure “moltissimo”: si passa dal 24,4% del periodo pre-covid al 39,9% del 2020.
Per quanto riguarda i macro settori di attività, al primo posto i servizi con il 42,1% nel 2020 (contro il 26% del periodo precedente), a seguire public utilities con il 35,6% (contro il 26,2% del 2015-2019), l’industria passata dal 18,9% del pre-covid al 32,4% del 2020, all’ultimo posto il settore costruzioni con il 29,3%. Andando più a fondo nell’analisi dei singoli macrosettori, per quello relativo ai servizi, al primo posto nel 2020 per investimenti strategici c’è il settore “istruzione e servizi formativi privati” al 56,8% (+19,4 rispetto al periodo precovid) che dimostra la maggiore attenzione per la formazione online, i “servizi finanziari e assicurativi” passati dal 41,5% del pre-covid al 56% del 2020, i “servizi informatici e delle telecomunicazioni” al 53,1 (+16,5 punti percentuali rispetto al periodo precedente). Nel settore commercio, tra i più in sofferenza a causa della pandemia, balzo in avanti degli investimenti strategici in digital marketing per il “commercio all’ingrosso” passato dal 21,2% del pre covid al 41,5% del 2020 (+20,3 punti percentuali) e per il commercio al dettaglio passato dal 24,8% al 41,9% (+17,1 punti percentuali).
I settori dei servizi con la quota più bassa di investimenti strategici sono “commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli”, “servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio” e “sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati”. Nel macro settore industria, ha investito di più nel marketing digitale quello relativo alle industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere, passato dal 32,2% del pre-covid al 43,7% del 2020 (+11,5 punti percentuali), a seguire “industrie beni per la casa, tempo libero” passato dal 20,4% al 40,9, al terzo posto “Industrie tessili, dell’abbigliamento e calzature” passato dal 23,6% al 39,2%. Importante sottolineare anche l’incremento (+17,9 punti percentuali) delle industrie alimentari e bevande, passate dal 17,5% al 35,4% nel 2020, a dimostrazione che nell’ultimo anno all’attenzione dei consumatori verso il settore alimentare online è corrisposto un aumento degli investimenti in digital marketing. Le industrie con una minore quota di investimenti strategici sono “industrie del legno e del mobile” con il 29,3% e le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo con il 25,9%.
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