I Carabinieri della Stazione di Montenero di Bisaccia hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione, emesso dall’Ufficio Esecuzioni della Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Vasto, a carico di una 37enne censurata di origine slovacca, poiché responsabile dei reati di concorso in rapina ed estorsione, commessi a Vasto il 5 agosto 2014. All’epoca dei fatti le indagini, svolte dai Carabinieri del N.A.S. di Pescara coadiuvati da personale delle Compagnie di Termoli e Vasto, avevano permesso di individuare la donna quale autrice, unitamente ad altri 3 complici, dei gravi reati a lei ascritti e commessi a Vasto in danno di un medico ginecologo di quel centro. Tale attività aveva poi consentito alla Polizia Giudiziaria procedente di arrestare, il 7 novembre 2015, i 4 correi proprio per i fatti per cui si procede, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse all’epoca dall’Autorità Giudiziaria, ravvisandosi i reati di concorso in rapina ed estorsione previsti e puniti dagli articoli 110, 628 e 629 del Codice Penale. Il provvedimento in esecuzione scaturisce da una sentenza di condanna definitiva della 37enne a 3 anni e 4 mesi di reclusione, emessa dal Tribunale di Vasto per le citate fattispecie di reato. La donna pertanto, previa notifica ed esecuzione del provvedimento, è stata tradotta presso la casa circondariale di Teramo per ivi espiare, in regime detentivo carcerario, una pena residua pari a 2 anni, 10 mesi e 10 giorni di reclusione. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il ginecologo era stato contattato all’interno del suo studio da una donna che gli richiedeva, anche con metodi aggressivi, una cospicua somma di denaro per non divulgare informazioni (poi risultate infondate) circa un presunto aborto clandestino praticatole dal professionista all’interno del suo studio. Il medico, scosso per la tipologia della minaccia e per la determinazione sia della donna sia dei suoi complici, accettava inizialmente di emettere un assegno di 5mila euro pur di chiudere la faccenda e non avere ripercussioni. L’attività investigativa del Nas abruzzese, coordinata dalla Procura di Vasto e sviluppata con la collaborazione della locale stazione dei Carabinieri, prese avvio nel momento in cui, al fine di incutere ulteriori timori al medico e percepire altre somme di denaro, i quattro hanno sporto contro il ginecologo una denuncia per aborto clandestino. L’ispezione dei Nas allo studio medico e gli accertamenti condotti in seguito alla controdenuncia del ginecologo, hanno successivamente portato alle misure restrittive nei confronti dei 4 soggetti.
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