Lunedì 11 ottobre è in programma lo sciopero generale nazionale contro le politiche del Governo Draghi. A Campobasso la manifestazione è in programma in piazza Prefettura alle ore 10. Inoltre in Molise la protesta, promossa da Soa, Cobas e Usb sarà allargata anche contro le politiche regionali “che stanno distruggendo i diritti collettivi come sanità, ambiente, istruzione e lavoro”. Gli organizzatori per la prima volta condivideranno la stessa piazza e uniranno le numerose vertenze aperte in Molise. Le adesioni alla manifestazione sono arrivate da parte dei comitati e movimenti territoriali per i diritti i quali hanno redatto un documento condiviso in rete direttamente dalla base che invita alla partecipazione collettiva. “Scioperiamo e manifestiamo contro le politiche del governo Draghi che continua a peggiorare le condizioni dei lavoratori e dei ceti popolari più bisognosi, aprendo le porte ai ricchi della finanza e ai grossi gruppi industriali”, affermano. “Basta soldi per spese militari, armi e guerre di interesse fatte passare come missioni di pace. Aumentano gli sfratti e la povertà. Basta delocalizzazioni e sfruttamento sui luoghi di lavoro con precariato e leggi antioperaio. Aumentano le morti sul lavoro e l’inquinamento dei territori senza un serio e reale intervento a tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini”. E ancora: “Il governo Toma continua a massacrare a favore di alcuni privati e lobby il diritto alla salute con una sanità pubblica azzerata con gravi conseguenze sulla popolazione, ospedali chiusi e a mezzo servizio, emergenza urgenza improvvisata, attese interminabili per visite, dagli esami diagnostici alle commissioni inesistenti per le invalidità civili con pazienti gravemente malati e abbandonati. L’emergenza Covid ulteriormente ha scoperto le carte sempre sulla pelle della popolazione, senza un centro Covid con più di 500 vittime di cui molti familiari attendono ancora giustizia”. Il disastro denunciato riguarda anche l’assenza di un piano sociale e sostegno. “Una regione senza un piano sociale, per i non autosufficienti senza sostegno, disabili con le loro famiglie vergognosamente isolate”. E ancora: disastro ambiente e speculazioni sul territorio, isolamento aree interne, speculazioni economiche sui territori a livello ambientale senza un piano energetico regionale che individui le zone non idonee per l’installazione di impianti. “Nell’eolico selvaggio vediamo spesso gli agricoltori soccombere sotto il miraggio di facili guadagni, offerti da chi chiede loro di mutare la propria attività dalla produzione di cibo a quella di energia, distruggono aree verdi e boschi come quello di Montecilfone per far passare i metanodotti. Questo comporta espropri forzati di aree verdi pubbliche con relativo inquinamento ambientale”. Un passaggio sull aree interne. “Alcune comunitá del nostro Molise sono sempre piú isolate”. Dal trasporto fino al mancato diritto allo studio con i tagli di scuole ed altri servizi fondamentali. “La piaga del lavoro é profonda con l’assenza totale delle cosidette parti sociali riconosciute, quelle che continuano ad eseguire il dettato padronale e politico locale, in un territorio dove si mungono soldi pubblici e si scappa. La multinazionale Stellantis ex Fiat a Termoli prosegue la politica di delocalizzazione come nel resto del gruppo in Italia, lo stabilimento molisano é colpito da continua cassa integrazione, una forte decurtazione dello stipendio che lascia al tappeto centinaia di operai con le loro famiglie, solo dichiarazioni a chiacchiere senza un piano industriale, si prospettano altri tagli pesanti, mentre gli attori principali continuano a nascondere la triste verità sotto un piatto. Questo significa oltretutto una vera catastrofe per tutta la regione Molise e non solo. Vari lavoratori diretti alla regione risultano irregolari, precari e sottopagati, la disoccupazione dilaga, ecco lo spopolamento violento dei nostri territori. In questi anni alcuni di noi al cospetto di questo disastro hanno iniziato un percorso di lotta serio e costante senza mai abbassare la testa, rifiutando false proteste e passerelle di vario genere. Qui serve la coscienza di chi è consapevole di tutto questo, lo diciamo a livello nazionale e territoriale dove si subisce quotidianamente. Non servono gruppetti e comitati tematici territoriali se poi ci si rifiuta di scendere in piazza con la base. Lo sciopero di lunedí 11 ottobre a Campobasso vuole unire le istanze con una grande protesta generale. Cambiare é possibile”.
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