Grande partecipazione e apprezzamento nell’auditorium della Gil di Campobasso per la presentazione del libro del giornalista Giovanni Di Tota “Ho visto i Lupi volare”, un romanzo-racconto della storica promozione in serie B della squadra di calcio del Campobasso vista attraverso gli occhi di un bambino, ossia quelli dell’autore. Emozioni, particolari suggestivi, aneddoti: nel libro, Di Tota fa rivivere quel sogno ad una intera città e alla sua regione, persino in coloro che in quegli anni ancora non c’erano, una bella époque dello sport locale che ha lasciato il segno nella mente e nel cuore di tanti tifosi. Anche il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, è intervenuto alla presentazione.
“Dell’idea che sta alla base del libro di Giovanni Di Tota, ciò che mi attira particolarmente, oltre alla narrazione di un’epopea sportiva che a livello locale coinvolse in modo stretto le diverse anime presenti sul territorio cittadino e regionale, è il legame che quelle atmosfere calcistiche, degli anni a cavallo tra gli ’80 l’inizio dei ’90, seppero creare con un periodo di crescita ben più generale del nostro contesto sociale – ha detto. – Il tratteggiare, attraverso il racconto delle emozioni personali, quelle che furono le tappe e le scoperte che la nostra città compì anche sulla spinta di un dinamismo sportivo e imprenditoriale, credo che sia ciò che può conferire a questo romanzo più interessanti chiavi di lettura, ciascuna delle quali orientata alla riscoperta di quel tanto di buono e di bello che siamo stati in grado di creare in questa città senza però utilizzare quel passato per immergerci in una nostalgia fine a se stessa, ma piuttosto per raccontare ai più giovani quanto è importante far parte di una comunità che cresce insieme, che insieme sogna, desidera e raggiunge degli obiettivi. Oltre a ricordare le grandi squadre, – ha detto in conclusione Gravina – le partite al vecchio Romagnoli, la serie B o le trasferte memorabili in giro per l’Italia, ciò a cui può e deve servire questo racconto è proprio a riscoprire il valore della condivisione forte che animò quella Campobasso e che dobbiamo tornare a riscoprire e rivitalizzare.”