La giunta Gravina mette mano al Fondo di Riserva per garantire la predisposizione delle luminarie natalizie per il mese di dicembre e la prima settimana di gennaio a Campobasso. Una somma di 65mila euro, iva inclusa, come da delibera 277 del 29 ottobre. Un provvedimento che ha scatenato la reazione del consigliere comunale, nonché ex assessore alle Attività Produttive nella giunta Battista, Salvatore Colagiovanni, che era stato fortemente criticato dai 5 Stelle durante la precedente legislatura proprio per aver attinto dallo stesso fondo, che secondo l’art. 166 TUEL gli enti locali devono prevedere con un importo non inferiore allo 0,30 e non superiore al 2 per cento del totale delle spese correnti di competenza inizialmente previste in bilancio. “È facile fare opposizione, più difficile amministrare una città”, ha affermato il capogruppo dei Popolari per l’Italia a Palazzo San Giorgio. “Gli assessori alle Attività Produttive, Paola Felice, e all’Ambiente, Simone Cretella, avevano sempre accusato la precedente amministrazione di arrivare all’ultimo momento e dover attingere dal fondo di riserva – ha affermato Colagiovanni. – Mi sono sentito dire per cinque anni che le date del Natale e Capodanno erano sempre le stesse e occorreva programmare. Perché, allora, anche l’attuale amministrazione a 5 Stelle ha attinto al Fondo di Riserva i 65mila euro stanziati per le luminarie, senza prevedere un capitolo a parte? – si domanda Colagiovanni. – Dove sono i progetti di idee tanto millantati e su cui è stata fatta campagna elettorale?. L’attuale amministrazione sta dando ragione al mio modus operandi, che tanto era stato criticato dall’allora opposizione pentastellata, oggi amministrazione del capoluogo molisano”, ha rimarcato Colagiovanni. “I cittadini si stanno accorgendo che, per cinque anni durante la scorsa legislatura, e durante la campagna elettorale del 2019, il Movimento 5 Stelle ha illuso tutti, parafrasando il libro delle favole e millantando un cambiamento che, ad oggi, non ci sembra sia avvenuto. E non mi riferisco soltanto alle luminarie. Si potrebbe fare un elenco delle incompiute quando siamo giunti al giro di boa di questa amministrazione, che tutto ha fatto tranne lasciare il segno a questa città”. Ovviamente sulla questione luminarie la cittadinanza continua a dividersi, come ogni anno, soprattutto ora che la città viene da due anni di emergenza sanitaria. Spesso affidandosi ai social. Una parte dei residenti è d’accordo, vedendo le luminarie come una forma di attrazione e di positività sia a vantaggio della socialità sia del turismo e delle attività economiche. Un’altra parte le ritiene una spesa evitabile, chi a prescindere dal Covid e chi in questo momento in cui il Comune ha dovuto tirare la cinghia per aiutare con appositi contributi le famiglie in difficoltà e le attività commerciali. C’è infine chi ha rilanciato, chiedendo l’allargamento delle luminarie anche in zone meno centrali. “Anche noi, nelle contrade, paghiamo le tasse“, afferma qualcuno. “Vero, ma il centro cittadino è usufruito e frequentato da tutti, compreso chi vive in zone periferiche“, gli risponde qualcun altro, alimentando il dibattito.
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