Per far fronte all’esigenza di pianificare i nuovi scenari per la salute si è tenuto a Bologna, promosso da Cergas – SdA Bocconi, un convegno dal titolo “Area Sanità: Strategie per la salute del paese”. Un incontro sulla sanità del futuro: 30 proposte per riformare il servizio sanitario. Presente anche l’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli. Le proposte presentate e analizzate fanno riferimento a tre macro-aree: politiche del personale, sanità digitale e big data e rispondono alla necessità fornire una visione d’insieme del Sistema Sanitario Nazionale disegnandone, in maniera concreta, le linee di sviluppo auspicabili, oggi perseguibili grazie alle possibilità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR). Questo perché l’impatto della Pandemia ha portato alla luce tutte le criticità che persistono nel nostro Sistema Sanitario, dalla carenza di personale, alla fragilità dell’assistenza territoriale, all’arretratezza tecnologica. Allo stesso tempo, questo periodo ha messo in luce grandi esempi di dedizione, resilienza e innovazione, modelli, – pubblici e privati – che vanno rafforzati e veicolati. Il Libro Bianco si pone l’obiettivo di sviluppare le competenze tecnologiche degli operatori sanitari del futuro rafforzando quelle manageriali, di digitalizzazione delle aziende, di sviluppo delle infrastrutture tecnologiche, colmando il gap tra regioni dalla smaterializzazione dei dati clinici alle implicazioni della privacy nell’utilizzo dei dati sanitari con finalità di cura e ricerca. Un momento di ripensamento necessario per il quale tutti gli attori del panorama sanitario italiano possono dare un contributo. Presente per l’I.R.C.C.S. di Pozzilli il direttore operativo e delegato alla ricerca, ingegner Fabio Sebastiano, che ha approfondito potenzialità in sanità dei Big Data. “I big data possono diventare cruciali anche nel settore sanitario – dice Sebastiano – per la predisposizione di cure ma anche nell’ambito della prevenzione e della ricerca. Il nostro Istituto vanta uno specifico progetto in tale ambito, portato come esempio nel corso dell’incontro di Bologna. Un grande progetto di ricerca e prevenzione in cui le strutture sanitarie e i pazienti partecipano utilizzando le normali attività diagnostiche e cliniche. In una clinica che partecipa al Network Neuromed, quei dati e quei campioni verranno usati, ovviamente con il consenso del paziente, anche per la ricerca scientifica. E in questo contesto non dimentichiamo l’importante Biobanca del Neuromed, con milioni di campioni messi al servizio della comunità scientifica”.
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