Il Consiglio Superiore della Magistratura ha reintegrato il pm Fabio Papa presso la Procura della Repubblica di Campobasso, nel pieno delle sue funzioni inquirenti. L’Organo istituzionale ha archiviato il disciplinare che aveva aperto nei confronti del magistrato, peraltro dallo stesso impugnato durante il procedimento giudiziario apertosi a suo carico dopo la denuncia nel 2014 dell’ex governatore del Molise, Paolo Di Laura Frattura, sulla nota vicenda della cosiddetta “cena con ricatto”. Una tentata estorsione che Frattura, secondo la denuncia, avrebbe subito da Fabio Papa e dal direttore di Telemolise, Manuela Petescia. Grazie alla doppia assoluzione (prima del Tribunale di Bari, poi della Corte di Appello di Bari, competenti per continuità territoriale, non potendo l’Autorità Giudiziaria locale giudicare un magistrato del medesimo distretto) e al mancato ricorso in Cassazione che ha reso la sentenza definitiva, il CSM ha dichiarato l’insussistenza degli addebiti e ha di conseguenza reintegrato Fabio Papa al suo posto, ossia sostituto procuratore presso la Procura di Campobasso. Si chiude un’odissea che lo aveva portato al provvisorio trasferimento presso le Procure di Rovigo, Chieti, Larino e Isernia. Nel frattempo Frattura e Salvatore Di Pardo, l’avvocato che l’ex governatore aveva chiamato come testimone dell’episodio per confermare le accuse, sono stati raggiunti da un avviso di conclusione indagini per calunnia emesso dal procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, e dal procuratore aggiunto Francesco Giannella. Soddisfazione è stata espressa dagli avvocati Nicolino Cristofaro, Paolo Lanese e Massimo Romano, che hanno difeso Papa e Petescia a Bari, mentre per l’avvocato Fabio Baranello, che ha seguito la vicenda del Csm, si tratta di “una pagina della storia del Molise da dimenticare, una brutta vicenda che ha coinvolto a livello disciplinare un magistrato integro e onesto“.
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