A Lucito le chiamano “cièlle rechjne” ma se preferite un nome “italianizzato” e di uso comune fra clienti e buongustai che sono andati oltre il semplice assaggio allora potete etichettarli come i “biscotti col mosto cotto”.
Un prodotto artigianale di tradizione domestica, con una forma che ricorda il ferro di cavallo, tanto semplice nella sua esposizione esterna quanto ricco nella sua composizione.
Assaporare un biscotto col mosto cotto non solo, come si suol dire, vale la pena, perché buono, ma rende ben consapevoli, in termini di gusto, su ciò che ci piace e su quello che cerchiamo. Quindi ci fa presto capire se ripeteremo ancora e ancora quella esperienza, visto che, come sintetizza con una battuta Antonella Di Lisio del Panificio Di Lisio di Campobasso, “questo biscotto o si ama o si odia”.
Di certo la ricetta che porta la “firma” di Loreta Ianniruberto, madre di Antonella, Maurizio e Giovanna – che oggi gestiscono il forno e l’attività di vendita ereditati dai genitori Loreta e Nicola – , ha saputo deliziare e conquistare i palati “esperti” dell’Accademia Italiana della Cucina, che ha promosso a pieni voti il prodotto conferendo al panificio il XXXII Premio “Dino Villani” 2020 – slittato a quest’anno per via dell’emergenza Covid, – il cui attestato è stato consegnato alcuni giorni fa nell’ambito di una cerimonia tenutasi al Convitto Mario Pagano di Campobasso.
“E’ stata una chiamata completamente inaspettata”, ammette Antonella. “Inizialmente per errore avevo persino cestinato la mail con cui ci comunicavano il premio. Alcuni giorni dopo però sono stata contattata per essere informata della bella notizia. La mia famiglia è contenta e lusingata”.
La segnalazione all’Accademia Italiana della Cucina è partita dal Delegato di Campobasso, Ernesto Di Pietro, che assaggiando il biscotto del panificio Di Lisio ha ritenuto opportuno farlo finire sulla tavola di una commissione. E così Antonella e i suoi collaboratori hanno accettato la sfida, come ogni mattina si sono messi all’opera in laboratorio, riservando parte del loro tempo e del loro estro artigianale alla confezione da spedire a Milano. Quello che ne è seguito è stato un vero e proprio tributo alla tradizione locale, portata all’apice del gusto grazie al lavoro e all’esperienza della famiglia Di Lisio.
Ma cosa contengono le “cièlle rechjne”? “Esistono diverse varianti, in base alle zone della regione (questo biscotto è tipico dei comuni di Lucito, Castelbottaccio, Civitacampomarano, ma esiste una tradizione anche a Belmonte, Trivento, Venafro, ndr). Generalmente gli ingredienti sono questi: acqua, zucchero, burro, farina 00, mosto cotto, miele, caffè, noci, cioccolato, pane grattugiato, semola rimacinata di grano duro, buccia di arancia, limone e cannella. Alcuni ad esempio inseriscono la marmellata. La pasta frolla è magra ma, come si può constatare, il ripieno è variamente composto”.
Ecco perché questo biscotto, sottolinea ancora Antonella, “aveva un valore particolare nelle case dove una volta non c’era l’abbondanza di oggi sulle tavole e il mosto cotto era considerato ingrediente raro. Pertanto era un dolce pregiato, tramandato di generazione in generazione e realizzato in occasione di feste ed eventi particolari, come Natale, Pasqua, oppure ai matrimoni. Per anni, ai ricevimenti, le cièlle rechjne non mancavano mai e assumevano la forma delle iniziali del nome degli sposi. Oggi invece la forma tradizionale è pressoché sparita ed esiste un formato ridotto, rettangolare”.
Per caratterizzare la forma estetica del biscotto col mosto cotto viene utilizzata la pizzicarola, uno strumento prodotto da un fabbro che ha lo scopo di decorare la frolla prima della cottura, e oggi non più presente in molte case.
D’altronde i tempi cambiano e bisogna adeguarsi alle nuove esigenze e alla nuova domanda. Antonella questo lo sa bene. “Il panificio è stato fondato nel 1978 dai miei genitori e oggi lo stiamo portando avanti io, mio fratello Maurizio e mia sorella Giovanna che, oltre al forno-laboratorio a Campobasso, gestiamo anche un’attività di vendita a Lucito. All’epoca c’era molta richiesta di pane, oggi solo pane non puoi proporre. Quindi abbiamo ampliato e variegato nel tempo la nostra offerta, muovendoci fra tradizione e innovazione”.
Il biscotto (il cui termine deriva dal composto latino: bis “due volte, doppio”, coctus, part. pass. di coquere “cuocere”, quindi cotto due volte) è stato uno dei fulcri del cambiamento e della fortuna degli artigiani Di Lisio.
Le cièlle rechjne fanno parte della linea tradizionale, ma la famiglia di Antonella ne propone ormai anche una innovativa, completamente diversa e, alla vista, da mangiare con gli occhi.
Provare per credere, insomma. Quest’anno, dunque, per Natale consigliamo ai molisani una scorpacciata di mosto cotto.
“Magari”, ride Antonella. “E’ il biscotto dell’anno, una tradizione che non muore e si rinnova. Ma, come già detto, ognuno qui può trovare il proprio spicchio di mondo”.
Per contattare il panificio.
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Telefono: 0874441932
Mail: antonelladilisio81@gmail.com
(Foto interna della premiazione per gentile concessione dell’Accademia Italiana della Cucina)